Alemanno: "An diventerà una fondazione"

Una svolta «che va affrontata senza falso entusiasmo e senza nostalgia inutile». Gianni Alemanno, sindaco di Roma, è cresciuto con la «Fiamma». Iscritto al Msi a 13 anni è stato un militante negli anni difficili, quando per fare politica a destra si rischiava la vita. Oggi è uno dei traghettatori di Alleanza Nazionale nel Pdl. Cosa resterà di Alleanza Nazionale? «I valori e la classe dirigente. Gli stessi che si ritroveranno anche nel Pdl. Parlo dei valori della famiglia, della Patria, della Nazione, della comunità, della meritocrazia. Valori che un tempo, quando venivano citati, voleva dire essere criminalizzati.Criminalizzati dalla sinistra. Oggi sono valori della destra comuni a tutto il Pdl. La destra entra quindi a pieno titolo e con la sua storia nel Pdl, non sarà una riedizione della Dc: il Pdl sarà un partito di centrodestra. In Europa soffia un vento di destra e noi con questo nuovo partito saremo la forza in più».  Qualcuno ha parlato di diarchia .... «Nessuno ha mai parlato di diarchia. C'è un solo leader e quello è Silvio Berlusconi. Nessuno mette in discussione questo dato di fatto. Gianfranco Fini però deve avere un ruolo importante. Sono due leader. Fini ha saputo fare un passo indietro rispetto a Berlusconi. La sua esperienza politica è rilevante. Berlusconi porta il contatto con la gente: sa capire cosa la gente vuole. Fini porta l'esperienza politica, di partito».  Sarà un leader eletto con voto segreto? «Sarà il congresso a decidere le modalità dell'elezione. La mia proposta non voleva essere a detrimento del leader eletto.Tutt'altro. Una votazione svincolata ritengo possa dare più forza alla leadership di Berlusconi». An si scioglie, nasce il Pdl. Che fine faranno le sezioni e le sedi di partito? «Tutte le sedi, sia di An sia di Forza Italia, devono diventare sedi del Pdl. Nessuna deve essere chiusa. I presidi territoriali non si possono perdere. Il nuovo partito deve essere radicato nel tessuto sociale». E i movimenti giovanili? «I movimenti giovanili si dovranno fondere per diventare un'unica entità. All'inizio resteranno divisi ma coordinati dal centro, dal nuovo partito. Il Pdl è un partito di centrodestra che è sintesi nuova di valori e di unità. Questi valori non possono che essere trasferiti e insegnati ai giovani riuniti in un unico movimento». Cosa resterà della memoria storica di An, del suo passato? «Si pensa a creare la "Fondazione Alleanza nazionale", iniziativa che garantirà il ricordo. Un centro studi di approfondimento che costituirà il giusto retroterra plurale che coniughi azione culturale e azione politica». Il Pdl è il partito di centrodestra ma più in là c'è qualcuno ancora più a destra... «Più volte l'ho detto anche personalmente a Francesco Storace di rientrare nel Pdl. C'è spazio per lui anche con il suo carattere che è espressione del suo impegno appassionato alla politica. Credo e spero che presto faccia questa scelta. È la scelta vincente. Sono convinto che prima o poi rientrerà».  Alemanno sindaco di Roma, una sfida infinita... «Abbiamo trovato una situazione disastrosa. Mille emergenze in ogni settore. I beni artistici, il traffico, la sicurezza... Una alla volta, ma spesso si presentano tutte contemporaneamente. È difficle dare delle priorità di interventi.La sicurezza stiamo cercando di fronteggiarla con determinazione. I romani hanno capito che qualcosa sta cambiando. Riguardo al resto lavoriamo ogni giorno per risolvere i problemi che si presentano». Quasi un anno di governo cittadino. Qual è l'aspetto che considera un buon risultato? «Prima di tutto aver messo in sicurezza il bilancio comunale. Eravamo sull'orlo del fallimento. Non avevamo soldi per gli stipendi dei dipendenti del Comune. Secondo, sicuramente, la sicurezza dei cittadini. Un impegno che non si risolve in pochi mesi, ma molte cose sono cominciate a cambiare. Sulla gestione complessiva della macchina comunale abbiamo rimesso in moto alcune strutture che non funzionavano. L'Ama, per esempio: abbiamo avviato un piano di efficienza». Pochi giorni fa ha ricevuto in Campidoglio Benedetto XVI. Cosa le è rimasto di quell'incontro? «Una fortissima emozione. Questa presenza mi è rimasta dentro. È stato l'incontro della Roma civile con quella religiosa. I due pilastri della nostra civiltà. Le parole del Papa sono un'ulteriore spinta a mettere insieme accoglienza e solidarietà con il rispetto del diritto e delle leggi».