Berlusconi: "Investiremo 80 miliardi"

Dunque, il Cavaliere rimette ordine nella linea del governo dopo che per giorni si è parlato di un possibile intervento sulle pensioni, poi rettificato; si è parlato della possibilità di nuovi interventi sull'auto; anzi no, sull'indotto; per le grandi imprese ma anche per le piccole. Insomma, il premier torna a spiegare che la linea la detta lui. Spiega: «Il governo ha messo a disposizione del sistema 40 miliardi di euro per i prossimi tre anni». E ci tiene a sottolineare che si tratta di «una cifra che è compatibile con il debito pubblico» e che potrà arrivare anche fino a 80 miliardi di euro «grazie ai fondi europei». Le cifre non sono nuove, visto che il Cavaliere ripete quelle che già aveva pronunciato al termine della riunione del G20 di novembre a Washington. È più importante che il premier torni a dettare temi e modi, sia lui a rimarcare gli interventi. Riprenda in mano lo scettro. «Sono soldi reali - aggiunge Berlusconi - che transiteranno dallo Stato all'economia reale». Il premier cita in particolare «i fondi per le infrastrutture, i finanziamenti alle imprese e gli aiuti al settore auto». Berlusconi spiega che il prossimo Consiglio dei ministri varerà una serie di misure a sostegno del settore auto e per favorire il credito al consumo. Elenca quelli che ritiene essere i provvedimenti principali presi dal governo per fronteggiare la crisi: «Dalla social card, al bonus per le famiglie, dagli interventi sugli interessi dei mutui, all'aumento del fondo per gli ammortizzatori». «Stiamo facendo molto e abbiamo fatto molto - continua - e a giorni, spero nel prossimo Consiglio dei ministri vareremo nuovi provvedimenti per garantire il credito al consumo e anche per assicurare la tenuta di settori industriali che sono strategici per la nostra economia come l'auto e la componentistica». Un provvedimento, conclude Berlusconi, che riguarderà anche misure per «tutte le medie e piccole imprese che producono beni durevoli, che magari hanno la caratteristica precisa di consentire un risparmio di energia e di non inquinare». Si dice insomma «fiducioso» che l'Italia possa uscirne «meglio di altri Paesi, grazie a banche che non sono avvelenate da titoli tossici e alle famiglie che hanno un debito privato contenuto». E proprio ieri Berlusconi ha anche protestato per la proposta presentata dalla Commissione europea sulle reti energetiche da finanziare con fondi comunitari e intensifica il pressing in ambito europeo per ottenere maggiori finanziamenti a grandi opere utili ai Paesi mediterranei: ha chiesto più fondi.  Il Pd è tornato ad attacccare. «Le chiacchiere sono sempre più consistenti - replica Pier Luigi Bersani, ministro dell'Economia nel governo ombra del Pd - e i fatti sempre meno reali». Nel centrodestra nessuno parla. Il messaggio è arrivato dove deve arrivare.