Pdl, comanda FI con Bondi, Verdini e La Russa

Silvio Berlusconi sarà, ovviamente, il presidente del nuovo partito, ma verrà eletto e non proclamato per acclamazione. Nessuna carica formale invece per Gianfranco Fini, che vedrà però riconosciuto, al congresso, il suo ruolo di co-fondatore del Popolo della Libertà. Inoltre ci sarà un ufficio di presidenza di 20 persone, la Direzione nazionale di circa 100 membri proposti direttamente dal presidente del partito e l'Assemblea degli eletti costituita da 1500 componenti e rappresentativa di tutti gli aderenti. Tutti i coordinatori regionali saranno affiancati da un «vice» e nella formazione del ticket si garantirà la presenza dei due «soci di maggioranza» del partito unitario sul modello di quanto avviene nei gruppi parlamentari. L'accordo deve ancora esere sottoposto a Berlusconi e Fini ma sembra ormai fatto. Anche se il ministro Sandro Bondi ha spiegato di non essere stato ancora contattato e che, se dovesse avere l'incarico, potrebbe dimettersi da ministro. Alla terna di nomi si è arrivati dopo una lunga mediazione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale durante la quale ci sono stati anche momenti particolarmente «duri». I vertici dei due partiti maggiori del Pdl si sono infatti scontrati sull'ipotesi di una direzione transitoria fino al congresso — composta da sei persone — e che prevedeva, oltre a Verdini e La Russa, i quattro capigruppo e vicecapigruppo: Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello (FI), Maurizio Gasparri e Italo Bocchino (An). Ma in questo caso il rapporto tra Forza Italia e Alleanza Nazionale sarebbe stato paritario, e quindi contrario all'impostazione della quota 70%-30% stabilita a suo tempo. Ma se alla fine An, a malincuore, ha «ingoiato» il rospo, non altrettanto hanno fatto i «piccoli» che si sentono esclusi in vista delle prossime partite elettorali. Dice Gianfranco Rotondi, leader della Dca: «Noi, il Nuovo Psi e la Mussolini abbiamo costituito il Comitato per la democrazia. Se la nostra formazione politica non viene aggiunta a FI e An, noi non entreremo nel Pdl e presenteremo un nostro simbolo alle europee». Rotondi avverte: «La nostra richiesta è l'attribuzione giuridica incontestabile di una quota nell'ambito del Pdl come ce l'hanno Forza Italia e Alleanza nazionale».