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La lunga battaglia a colpi di ricorsi per aggiudicarsi il maxi appalto

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La vicenda iniziò nel lontano 2005 quando venne pubblicato all'Albo pretorio il bando con il quale il Comune di Roma pubblicizzava un pubblico incanto per l'affidamento in concessione del pubblico servizio di gestione, manutenzione e sorveglianza del patrimonio stradale comunale per un importo, a base d'asta, per tutto il periodo 2006/2014, pari a 576.666.672 euro più Iva. Alla gara parteciparono le imprese Manital Scpa, la Manutencoop Facility Management Spa (che fa parte delle Cooperative rosse molto vicine al partito dei Ds, ora confluito nel Pd) e la Romeo Gestioni Spa, tutte e tre in proprio e in qualità di mandatarie capogruppo delle Ati (associazioni temporanee di impresa). Conclusa la fase di valutazione delle offerte, il 19 ottobre 2006 il seggio di gara formò la graduatoria provvisoria dove al primo posto si posizionò la Ati di cui è capogruppo mandataria la Romeo Gestioni Spa, al secondo la Manutencoop spa con la rispettiva Ati e al terzo la Ati Manital. Dopo che un'apposita commissione ritenne congrua e senza anomalie l'offerta l'Ati della Romeo Gestioni Spa il 30 novembre 2006, il Comune di Roma conferì la concessione alla società. La terza classificata, intanto, ovvero la Manital Scpa, si rivolse all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici che diede parere non vincolante ma negativo sull'aggiudicazione a favore dell'Ati Romeo Gestioni Spa poiché ritenuta illegittima la sua ammissione alla gara dato che la normativa applicata prevedeva una concessione di pubblici servizi e non di lavori stradali. Il Tar giudicò favorevolmente il ricorso, dando quindi ragione alla Manital Scpa. A questo punto L'Ati cappeggiata dalla Romeo Gestioni Spa e quella della Manutencoop Spa ricorsero al Consiglio di Stato. La seconda sollevò l'obiezione riguardo alla impossibilità da parte della Manital Scpa di procedere legalmente contro l'aggiudicataria del servizio perché quando presentò la domanda di partecipazione alla gara, non aveva allegato la documentazione riguardo i procedimenti penali in corso dei rappresentanti della società. Il parere positivo del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalle due società, escluse definitivamante l'Ati capeggiata dalla Manital Scpa poiché incorsa in una omissione che prevedeva l'esclusione dalla gara. A questo punto l'unico punto su cui doveva difendersi l'Ati presieduta dalla Romeo Gestioni Spa era l'accusa iniziale di andare a gestire un appalto di servizi anche se si trattava di lavori pubblici ma, come venne correttamente ricordato dalla difesa della Romeo Gestioni Spa, verte in un ambito nel quale la Corte di giustizia delle comunità europee ha espresso un deciso monito, nel senso della illegittimità di una legge nazionale che precluda la partecipazione a una gara di imprese riconducibili a un soggetto che abbia svolto prestazioni di progettazione relativamente alla specifiche opere, attività, forniture e servizi oggetto di gara. Così il Consiglio di Stato, con sentenza n. 36 del 15 gennaio 2008, ha sovvertito totalmente, in senso favorevole alla Romeo Gestioni Spa, le precedente decisioni del Tribunale amministrativo regionale.

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