Il Pdl incalza: «Dite solo di no»

Ad aprire il fuoco di fila è prima di tutti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti. «Questa non è una opposizione normale di un Paese come gli altri. Sanno dire solo no e quando è toccato a loro hanno solo saputo caricare di tasse gli italiani». Bonaiuti sottolinea la portata delle misure anti crisi che vanno incontro alle necesità delle famiglie «delle fasce deboli e delle piccole e medie imprese». «È una opposizione - ha detto Bonaiuti - che non è abituata a dialogare. Non puoi dire mi siedo al tavolo, però tu butti via tutto quello che hai fatto soprattutto quando parlano con un governo come il nostro che è stato il primo ad intervenire contro questa crisi». Poi l'attacco alla strategia finora perseguita da Veltroni che «è stato il primo a sbattere la porta in faccia al governo, impegnato com'è sempre stato a rincorrere il suo amico e alleato Di Pietro». Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha sottolineato che il decreto legge «ha strumenti simili agli altri 26 Paesi». Nell'ammettere che la politica ha sbagliato «a non dare sufficienti regole al mercato», Brunetta ha ribadito la tenuta dell'economia reale. «Non siamo collocati male in Europa - ha sottolineato - perchè le nostre banche facevano meno i giocolieri degli altri». Rispetto agli altri Paesi, per il ministro «abbiamo un vantaggio: le nostre banche sono più solide e hanno più radici nell'economia reale», fatta di imprese «piccole e piccolissime». «Non è la realtà della grande impresa, spesso assistita nel tempo - ha rilevato Brunetta, facendo un accenno diretto alla Fiat - ma per fortuna sta perdendo peso». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi tende la mano alla Cgil. «Il confronto è possibile e noi continuiamo a ricercarlo ma se non ci sono pregiudizi. Se invece la Cgil vuole fare l'attore politico invece che il sindacato, ogni sforzo è vano». Apertura al dialogo anche con l'opposizione. «La disponibilità al confronto con l'opposizione c'è ma -sottolinea il ministro- bisogna partire da alcuni presupposti: prima di tutto garantire stabilità al nostro Stato, alla sua liquidità». Con l'opposizione, aggiunge, «mi sembra che il contenuto dell'intesa sia minimo perchè vedo un pregiudizio nei confronti non della manovra ma dell'insieme dell'attività di governo». Il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi fa appello al senso di responsabilità che il centrosinistra «dovrebbe avere e che dovrebbe portare a collaborare con il governo per il bene del Paese». Lupi ironizza su Veltroni che «ondeggia sui suoi ma anche. Da un lato attacca il governo descrivendo come insufficienti le misure anticrisi, dall'altro assicura che in Parlamento il Partito democratico si muoverà nell'interesse dei cittadini». Lupi ricorda che «anche Berlusconi ha detto che quelle misure possono essere migliorate e ha chiesto all'opposizione di non assumere posizioni pregiudiziali bensì di confrontarsi nel merito». Per il vicepresidente della Camera sarebbe opportuno che Veltroni «anzichè ondeggiare tra la Cgil e il senso di responsabilità, scegliesse chiaramente da che parte stare e oggi la parte giusta non può che essere quella del governo che sta lavorando per cercare in tutti i modi di aiutare le famiglie». Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, punta l'indice su quanto c'è dietro la polemica di Veltroni. «Il segretario del Pd attacca, perchè vuole coprire le sue difficoltà. Nel Pd è in corso la ricerca del suo successore. E alzare i toni non salverà una poltrona così vacillante come la sua. Ci si confronti sui progetti non sugli spot di propaganda che a Veltroni riescono sempre peggio».