Il cambio di nome per la Vigilanza si sarebbe potuto fare ...

Storace fu la seconda scelta. La sinistra di Veltroni ha, inoltre, in questa legislatura chiesto e ottenuto che il centro-destra accantonasse la designazione di Pecorella a giudice costituzionale per un nome più potabile. È stato eletto l'avvocato Frigo. Dopo di allora Veltroni avrebbe dovuto stare ai patti e sostituire Orlando. Non l'ha fatto. Sapeva il segretario del Pd che il centro-destra avrebbe fatto confluire i propri voti su un esponente del centro-sinistra. Qui nasce il caso Villari. Villari una volta eletto, viene minacciato di tutto, ma soprattutto di essere espulso. Dichiara di essere pronto ad andarsene di fronte a un nome condiviso, ma poi resta dov'è. Il gruppetto di fedelissimi di Veltroni pensa che insultando Villari lo si costringerà a farsi da parte. Il senatore è orgoglioso e vorrebbe il merito di aver sbloccato la Vigilanza. Il Pd, per sovrappiù, ottiene la nomina del vice-presidente della Vigilanza, legittimando, come ha scritto giustamente Cossiga, l'assetto uscito dal voto. Villari resiste. Anche il PdL è sotto scacco. La storia della Vigilanza è stata tutto un susseguirsi di errori. Quello principale l'ha fatto Veltroni che ha considerato, come sempre, la Rai come cosa propria. Ha scambiato la presidenza camerale con Di Pietro, ha sottovalutato il PdL, ha snobbato Villari. Ora piange. Terza domanda: che succede a sinistra? A sinistra succederà tutto. Forse assisteremo a un nuovo tentativo di riconciliazione fra le diverse correnti ad uso mediatico, ma durerà poco. C'è una doppia guerra in atto. C'è la guerra per la leadership. Veltroni garantisce i suoi, il gruppo editoriale della Repubblica, Di Pietro, Fioroni e Franceschini. Gli altri lo vogliono destituire. La seconda guerra la chiamerei la «guerra dei pentiti». Il progetto Pd è fallito, lo scontro sulla collocazione internazionale, nel Pse o fuori, sarà mortale, molti pensano che bisogna fare un passo indietro. Cioè dire addio al partito a vocazione maggioritaria, fare un partito dei socialisti e dei democratici, aiutare la nascita di un partito moderato cattolico. In pratica, allargare la platea dell'offerta di voto nel centro sinistra dando alla sinistra un partito di sinistra e ai moderati un partito di moderati. Il caso Villari, e il sub-caso Latorre, hanno fatto da detonatore. Bisognerà solo vedere quanto la deflagrazione a sinistra influirà sull'aggregazione a destra. Finora l'una e l'altra componente si sono inseguite. Se salta il Pd, reggerà la PdL? Capite bene perché Villari si sente così importante. Peppino Caldarola