Alitalia, caos e voli bloccati.

Inizialmente bloccata, nel pomeriggio, in mancanza di notizie è stata improvvisamente applicata dalla base di lavoratori, anche con picchetti ai varchi di accesso degli equipaggi. Da quel momento, in una giornata già segnata dai disagi per lo sciopero nazionale di trasporti, è cominciato il caos negli aeroporti. Ritardi e cancellazioni dei voli, fisiologici in giornate di agitazioni e assemblee, sono diventati bollettini di guerra. Secondo calcoli non ufficiali sono state 50 nell'intera giornata di ieri le cancellazioni dei voli Alitalia in partenza all'aeroporto di Fiumicino e almeno 45 quelle agli arrivi. A Linate, dai tabelloni sono spariti 33 voli (17 in arrivo e 16 in partenza). Numeri che hanno fatto pensare allo scontro finale nella battaglia che oppone i lavoratori alla Cai, la cordata degli imprenditori guidata da Roberto Colaninno. E che ha messo in fibrillazione il garante degli scioperi, Antonio Martone, e il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Il primo ha immediatamente chiesto l'avvio delle procedure per la precettazione. Il ministro Matteoli l'ha concretamente disposta. «Al fine di consentire la regolare ripresa dei servizi aerei, con effetto immediato, il ministro invita tutti i lavoratori a presentarsi regolarmente in servizio. Nel contempo, ricorda a tutti i lavoratori interessati che, in caso di inosservanza, a parte le conseguenze sul piano penale troveranno applicazione le sanzioni previste dalla legge» ha spiegato una nota. Il problema lo hanno avuto i funzionari di polizia incaricati di consegnare materialmente le lettere di precettazione che hanno avuto non pochi problemi a recapitarle. Già perché nel frattempo i principali sindacati autonomi: Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl hanno tenuto a ribadire la loro estraneità all'agitazione proclamata da un «non ben definito comitato di lotta» spiega la nota congiunta delle sigle. Un caos nel caos, insomma. E in serata la polizia ha dovuto avviare le indagini per identificare i componenti del comitato di lotta. Nella realtà la mozione che faceva partire lo sciopero senza preavviso era stata approvata solo da una parte ristretta dei lavoratori riuniti. A nulla sarebbero valse le richieste di Anpac e Up per evitare una radicalizzazione dello scontro con il governo. Meglio secondo i piloti continuare lo sciopero bianco: l'applicazione alla lettera delle regole previste dal manuale di volo. «Dal centro operazioni, sappiamo che la situazione sta andando in tilt e provoca più danni di uno sciopero» ha sostenuto l'associazione guidata da Fabio Berti. Niente da fare. I nervi tesi e la disperazione hanno avuto il sopravvento. E il sassolino gettato da alcuni si è tramutato in una valanga. Con una parte del personale contro l'altra. Disagi e ritardi si sono cumulati e l'idea di un imminente collasso della compagnia è diventata per un attimo una realtà. Nella giornata del caos è intervenuta anche l'Enac, l'ente che si occupa dell'aviazione civile in Italia, il presidente Vito Riggio ha chiesto al d.g. Silvano Manera di istruire «con urgenza un'inchiesta sui comportamenti in atto da parte del personale Alitalia a Fiumicino». Lo stesso Manera ha imposto al commissario straordinario, Augusto Fantozzi, di diramare ogni due ore dei comunicati stampa per aggiornare i passeggeri sulla situazione operativa del vettore in termini di cancellazioni, ritardi, stato dei voli, riprotezione passeggeri e ogni altra informazione di servizio e di utilità.