La ricreazione è finita. Tutti in classe
Insegnanti delle scuole di moltissime città d'Italia. Raggruppate sigle sindacali che non viaggiano spesso insieme, Gilda Unams, Uil, Flc Cgil, Snals Confals, Cisl Scuola. E poi, bambini «sandwich» con tanto di cartelli, portati per mano da genitori e insegnanti. Anche gruppi di ragazzi tanto presi dall'evento che all'arrivo nella centrale piazza romana si sono stesi a terra a «fumare», fare parole crociate e sudoku, senza dimenticare di applaudire non appena udivano la folla fare altrettanto. Tanta la partecipazione, con le linee della metropolitana intasate sin dal mattino presto e la preoccupazione del personale Metro che qualcuno potesse cadere sui binari per l'affollamento delle banchine. Grande colpo d'occhio dalle 11 a piazza del Popolo. In molti sono rimasti ancora al punto di partenza anche due ore dopo l'avvio del corteo mentre un corteo in gran parte composto da studenti universitati ha assediato il ministero dell'Istruzione a viale Trastevere. Cosa strana è che per il numero di presenze registrate, piazza del Popolo non si è mai riempita completamente. «Saremo circa un milione - si diceva agli altoparlanti -. Tanti pullman sono ancora bloccati sul Raccordo e sull'Anagnina». Da Caserta il ministro dell'Interno, Roberto Maroni ridimensionava il numero di presenze: «Ho letto che a Roma ci sarebbe stato un milione di persone. Purtroppo c'è il vezzo di moltiplicare per dieci le cifre reali, anche se 100mila persone sono comunque tante». Poi il ministro ha alzato il tiro sul fenomeno delle occupazioni di questi giorni sottolineando che chi occupa abusivamente le scuole impedendo ad altri di studiare sarà denunciato: «Finora il fenomeno rientra in manifestazioni fisiologiche di dissenso. La continuità didattica finora è garantita». Alla manifestazione, cartelli e striscioni avevano le scritte più varie, anche una del Liceo Montale con tanto di frase in greco tradotta poi in italiano: «Ognuno faccia il mestiere che fa». Una ragazza con un cartello «Vendesi precari e simili. Rivolgersi: Governo». Sui lenzuoli si è scritto anche di prostituzione: «80.000 prof per strada e le prostitute dove le mettete?». La figura più rappresentata è stata proprio il ministro Gelmini, spesso con un ghigno e un paio di forbici in mano. La titolare del dicastero dell'Istruzione è stata ritratta anche come una santa, o meglio, «Beata Ignoranza». Fra gli arringatori a piazza de Popolo, Marco Paolo Nigi dello Snals, Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, Guglielmo Epifani leader della Cgil, Francesco Scrima, Segretario Generale della Cisl Scuola, Mimmo Pantaleo segretario generale della Flc-Cgil. Univoco il messaggio: la giornata non è di lotta politica, ma in difesa della scuola; otto miliardi di tagli alla scuola sono incompatibili con la qualità del servizio; gli insegnanti di ruolo perderanno il posto e dovranno sottostare alla mobilità coatta; via i precari; 132 mila posti in meno.