Cambio di passo

Insomma, Gianni Alemanno si prepara alla svolta. Su due direttrici: nuova strategia e nuovi uomini. Che l'aria stia davvero cambiando lo si dovrebbe comprendere chiaramente già domani, quando il sindaco potrebbe portare in giunta la revoca del mega-contratto per la manutenzione stradale: 800 chilometri di strade affidate per nove anni. La gara era stata vinta da un'associazione d'impresa guidata dalla Romeo Gestioni, e che la nuova amministrazione non ha mai apprezzato. Si riparte dalle buche, dalla loro riparazione, uno dei punti su cui Alemanno ha vinto la campagna elettorale. Poi si guarderà agli assetti strategici, ne sono stati individuati cinque. Si comincerà dall'«amministrazione amica», che prevede una nuova politica per le entrate, gli sportelli unici per cittadini e imprese, il riordino delle partecipate. Il secondo punto invece è quello che riguarda la «struttura urbana», e prevede il piano dei servizi, quello della mobilità e la revisione di quello dei parcheggi. Non solo, ma anche un nuovo piano per le opere pubbliche, la revisione del piano regolatore generale, la definizione di quello ambientale e i piani per città storica e periferie. Terzo punto è la «città sicura», e si punta sull'applicazione del patto Roma sicura, il Prg sociale, il piano casa e l'housing sociale. Infine altri due punti, meno definiti, che riguardano la «città della qualità» (innovazione e tecnologia) e il nuovo ruolo internazionale di Roma (si pensa a nuove iniziative sul Mediterraneo, dialogo interreligioso e capitale internazionale dell'agricoltura). Alemanno pensa così di riprendere lo scettro della politica del fare. E in questo senso immagina anche un rafforzamento delle squadra di governo. Che per il momento non prevede un rimpasto o la sostituzione di assessori. Non ora non qui, tanto per citare Erri De Luca. Si vedrà più avanti. E non solo perché poco più di 150 giorni di governo della città sono davvero pochi per giudicare. È vero che qualcuno è un po' naif, qualcun altro è glamour, qualcun altro ancora gaffeur. Ma è altrettanto vero che è difficile giudicare un assessore che finora non ha potuto ancora spendere un euro, che ha a disposizione cifre limitatissime viste le disastrose condizioni delle casse comunali e che avrà spazi minimi di movimento poiché gli aiuti del governo - come i 500 milioni stanziati - non arriveranno prima di un mese e mezzo, forse con l'anno nuovo. Più possibile qualche cambiamento in vista delle Europee, quando per esempio uno come Alfredo Antoniozzi dovrebbe decidere che cosa fare da grande, se restare in giunta o tornare a Strasburgo. Tant'è, si vedrà più avanti. Più facile che Alemanno proceda a un rafforzamento dell'attuale compagine. Quando la formò a maggio mantenne un paio di posti nel cassetto, pronto a procedere a un allargamento a Udc e La Destra che sarebbe dovuto avvenire in autunno. Ipotesi però che sembrano tramontate sebbene il sindaco coltivi ancora il sogno di costruire un «suo» centrodestra che faccia da apripista anche a livello nazionale. Il rafforzamento dunque dovrebbe prevedere nuovi ingressi attraverso anche nuovi ruoli da stabilire. D'altro canto già al momento della costituzione della Giunta il primo cittadino impose ai più esperti del suo partito, i veri artefici della vittoria elettorale, di scegliere: o l'ingresso dell'amministrazione comunale o l'ingresso in Parlamento (eccezion fatta per Cutrufo). Scelsero tutti la seconda strada anche se il rapporto con il sindaco è stato costante e la consulenza continua. E lo si è visto anche nelle prime scelte. Ora però occorre portare dentro la maggiore conoscenza amministrativa. E allora per Andrea Augello è pronto un ruolo di coordinatore delle politiche economiche e finanziarie, potrebbe anche essere affiancato dal sottosegretario all'Agricoltura Antonio Buonfiglio. Per Vincenzo Piso si sta predisponendo il coordinamento delle politiche del traffico e della mobilità, suo cavallo di battaglia quando è stato consigliere comunale. E a Fabio Rampelli invece il compito di farsi carico delle politiche urbanistiche e del territorio; probabilmente sarà affiancato da Marco Marsilio, con il quale è accumunato non solo dalla passione per le bicicletta ma anche dalla competenza in materia. E se al primo coordinamento sarà affidato il delicato compito di mettere mano alle partecipate e rivederne l'assetto al profondo (la partita più delicata è quella che riguarda la nettezza urbana); se il secondo dovrà provvedere a buche e strade; al terzo sarà affidato il compito di far ripartire le opere pubbliche. E in una fase di magra come questa è davvero dura. Ci sarà molto spazio per i privati, questo è sicuro, visto che il Comune pensa a un massiccio ricorso di project financig. Per i parcheggi si sta studiando un progetto che dovrebbe portare all'obiettivo di 50mila nuovi posti realizzati in quattro anni, costo complessivo 2 miliardi. Novità in arrivo anche per per il piano casa, per il aule saranno sfruttate gli spazi sopra le nuove stazioni della metropolitana, la nuova città dello sport con la ristrutturazione dell'intero complesso del Foro Italico (tra le nuove idee c'è anche il ripristino della Casa della Scherma di Moretti e il ritorno della statua che apriva l'area) e la nuova struttura di Tor di Quinto con il traffico che sarà tutto deviato sull'Olimpica recuperando il Lungotevere come fatto a Castel Sant'Angelo. Altro progetto è un massiccio intervento che partirà da piazzale delle Muse per scendere sino all'Acquacetosa. E poi si pensa al completamento dell'Eur con l'arco di Libera. Insomma, la destra del sì sta per farsi avanti.