Borse, è un cataclisma

Sui mercati è stato panic-selling. Così mentre a Wall Street il Dow Jones è arretrato del 3,05% a 10.009,98 punto e il Nasdaq ha ceduto il 4,34% a 1.862,96 punti, le Borse europee hanno chiuso con ribassi superiori a nove punti percentuali. Il Mibtel e lo S&P/Mib hanno perso l'8,24%, peggior ribasso dal '98 anno della privatizzazione di Piazza Affari. Per Milano è andata peggio dell'11 settembre quando l'indice sprofondò del 7,4%. Il risultato della giornata di ieri è che sulle piazze europee sono andati in fumo 450 miliardi di euro. Il crollo è cominciato da Wall Street ed è propagato su tutti i mercati, nessuno escluso. Le Borse asiatiche hanno visto Tokyo precipitare del 4% mentre Mosca è arrivata a perdere il 15%. La valanga ribasista ha travolto anche i mercati del Sudamerica che hanno accumulato perdite a partire dal Brasile dove la seduta è stata sospesa quando il ribasso segnava -15%. Giornata da dimenticare anche per i mercati mediorientali: la Borsa degli Emirati Arabi Uniti si è portata ai minimi dal marzo del 2006, quella saudita ha perso il 9,6%. A far rotolare i listini sono i timori degli investitori degli investitori che il piano di salvataggio Usa da 700 miliardi di dollari e la manovra messa a punto nel fine settimana dal cancelliere tedesco Angela Merkel, per tirare fuori dalla crisi Hypo re, siano insufficienti a evitare la recessione. Gli investitori sono convinti che la crisi finanziaria abbia colpito l'economia e che le conseguenze risulteranno pesanti. Parigi è arretrata del 9%, Francoforte del 7,07% e Londra del 7,2. Il timore di una recessione globale ha fatto inoltre scivolare il valore del greggio sotto i 90 dollari il barile. Per trovare una giornata peggiore bisogna risalire al 19 ottobre del 1987, quando venne registrato il peggior ribasso della storia in una sola seduta. Ventidue anni fa infatti, la crisi portò a una perdita del Dow Jones del 22%. Nel 1987 il mercato americano che arrivava dal periodo di fortissima crescita sia economica che azionaria degli anni '80, impiegò due anni per tornare agli stessi livelli. Ma torniamo alla giornata di ieri. A Milano i titoli sono stati venduti a piene mani, senza esclusione di sorta. Al punto che numerose azioni di aziende a maggiore capitalizzazione a metà giornata sono state sospese per eccesso di ribasso. Ben sedici titoli sono stati sospsesi in contemporanea per eccesso di ribasso. Anche azioni considerate usalmente stabili come Eni (-9,66%) o le Atlantia (-10,5%). Le banche sono crollate e non solo in Italia visto che nessuno ora si fida più della solidità degli istituti di credito. Del resto anche le stesse banche non si fidano più l'una dell'altra e la dimostrazione è che i tassi sul mercato interbancario, in rialzo da mesi, ieri hanno segnato nuovi massimi. Unicredit che ha varato un piano da 6,6 miliardi di euro al fine di rafforzare ulteriormente i coefficienti di patrimonializzazione, tagliando però le stime sull'utile, è arrivata a perdere fino al 16% e sul finale ha arginato le perdite al 5,48%. Gli investitori, però, hanno puntato l'indice sulla credibilità del management e hanno iniziato a porsi domande anche sulla situazione di altri istituti: ecco perchè sono crollate anche le Intesasanpaolo (-11,28%), le Bpm (-6,2%) mentre ha arginato le perdite al 3% Mps.