Il Lazio s'è fermato

Il risultato peggiore dal 2004 ad oggi che, inevitabilmente, «travolge» il tessuto produttivo della Regione Lazio. Le imprese, infatti, vedono diminuire il tasso di crescita, il fatturato, gli ordinativi. Si salva solo l'export anche se si tratta di un miglioramento molto lieve rispetto al 2007. Il quadro negativo esce fuori dalla semestrale di Federlazio presentata ieri dal presidente Massimo Tabacchiera. Ad essere messo in luce è innanzitutto il rallentamento della demografia di imprese, che sebbene di poco superiore alla media nazionale, registra un tasso di crescita molto contenuto, +0,7%. Se infatti in tutte e cinque le province del Lazio le iscrizioni sono superiori alle cessazioni, le percentuali non superano l'1%. Anche la Capitale, che negli ultimi anni ha sempre registrato andamenti di gran lunga superiori al resto del Lazio, non brilla come in passato per particolari performance. Le cessazioni raggiungono quota 6.327 contro le 8.558 imprese iscritte (saldo di 2.852 imprese). Non passa inosservata, poi, la forte flessione degli ordinativi totali ricevuti dalle imprese e il crollo del fatturato. Per quanto riguarda gli ordinativi, dalla indagine di Federlazio svolta su un campione di 350 aziende associate, emerge che nel confronto col secondo semestre 2007 il saldo di opinione, inteso come differenza tra risposte con valenza positiva e risposte con valenza negativa, subisce una ulteriore diminuzione, passando da -2 a -4. Un risultato spiegato quasi integralmente dalla robusta contrazione subita dalla domanda manifestata dal mercato europeo. Per quel che concerne il fatturato totale, il saldo crolla da +16 a -3, come anche nella produzione, dove passa da +10 a -5. Sul versante degli investimenti, invece, resta sostanzialmente invariata (intorno al 47%) la percentuale di imprese che ha dichiarato di averne realizzati. Negative anche le previsioni per i prossimi mesi. Le imprese manifestano un atteggiamento molto pessimistico rispetto ad un anno fa soprattutto per quello che riguarda il fatturato, che non prevedono in crescita. E se Tabacchiera parla di un «inequivocabile arretramento del quadro congiunturale delle Pmi del Lazio, che tocca oggi il suo punto più basso», l'assessore regionale alle attività produttive Francesco De Angelis ricorda di non sottovalutare la forza di un territorio come il Lazio: «La situazione è difficile - dice senza usare mezzi termini - Ci sono ombre dovute alla fase congiunturale che investe l'intero quadro economico nazionale ed internazionale. Ma c'è anche la forza di un territorio che più di altri ha imboccato la strada della competitività». A questo proposito «negli ultimi mesi la Regione ha posto in essere condizioni idonee allo sviluppo. Penso al rafforzamento dei distretti industriali, a favore dei quali la giunta Marrazzo si accinge a lanciare un nuovo bando, per facilitare l'aggregazione delle piccole imprese».