Un paniere ad hoc per i pensionati

Ovvero alla crescita dei prezzi di un paniere di beni e servizi ad hoc, quelli di cui effettivamente fanno consumo i pensionati di quella fascia. Ci sono già simulazioni dell'Istat». Sacconi parla anche della possibilità di «accordi sindacati-imprese per dare sussidi a chi resta senza lavoro»: il tema degli ammortizzatori sociali è «tra i primi punti dell'agenda dell'autunno. E non è però detto che debbano essere solo finanziati con soldi pubblici». Sul fronte della previdenza, ed in particolare del conferimento del tfr ai fondi integrativi «stiamo studiando - indica ancora il ministro - le forme di una reversibilità che dia maggiori garanzie di ripensamento». La Uil raccoglie l'invito: «È un'apertura interessante» da parte del governo, rispetto, tra l'altro, «ad una nostra richiesta da tempo avanzata», afferma il segretario confederale della Uil Paolo Pirani. «La questione di un nuovo paniere per i pensionati - dice Pirani - da tempo è stata posta dalle organizzazioni sindacali di categoria. Da parte del governo c'è sempre stata una certa ostilità. Vogliamo vedere nel merito come viene costruito e quindi serve - conclude - un confronto con le organizzazioni sindacali e con l'Istat». Anche la Cisl mostra interesse: va bene la proposta di adeguare le pensioni minime attraverso la costituzione di un nuovo paniere, sottolinea il segretario generale del sindacato dei pensionati (Fnp) della Cisl, Antonio Uda. Che aggiunge: «Oggi se l'adeguamento fosse legato ad un'inflazione calcolata su un paniere di beni e servizi specifici, certamente sarebbe molto più consistente rispetto alla rilevazione attuale». La Cgil si trova così in imbarazzo tanto che non può chiudere la porta: «Non è più tempo di proporre, bisogna agire subito sulle pensioni minime anche sul fronte fiscale», afferma Morena Piccinini, segretario confederale della Cgil. La Piccinini non può negare che l'idea sia positiva ma, avverte, «il ministro dovrebbe prendere atto che le pensioni nel 2008 sono rivalutate al 1,6% e l'inflazione è oltre il 4%, e il 6% per i beni di prima necessità. Dunque si dovrebbe partire da qui». Non c'è molto tempo, sembra avvisare: «Sarebbe necessario - spiega la sindacalista - che i pensionati già in corso d'anno fossero messi in condizione di avere una difesa del loro potere d'acquisto. Stanno già pagando il prezzo di un'inflazione molto più elevata rispetto a quella riconosciuta». Già da anni il sindacato ha chiesto che ci siano criteri di valutazione del paniere che tengano conto della variazioni dei prezzi sui beni di prima necessità: «Se il ministro sarà disposto a confrontarsi con il sindacato per trovare criteri più aderenti alla realtà saremo disponibili». Ironizza l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano: «Era ora che il governo si ricordasse dell'argomento fondamentale, completamente assente nella manovra economica, vale a dire il miglioramento del potere d'acquisto delle famiglie. «Soltanto se crescono i consumi interni possiamo avere la speranza di una ripresa economica. Del resto i dati relativi alle entrate tributarie confermano che esistono risorse che noi chiediamo che vengano indirizzate per diminuire la pressione fiscale sulle retribuzioni e sulle pensioni medio basse».