Il Vaticano si dissocia. «Famiglia Cristiana» attacca il ...

Lombardi precisa che si tratta di «una testata importante della realtà cattolica» ma che le sue posizioni «sono esclusivamente responsabilità della sua direzione». Immediata la replica del direttore: «Non ci sentiamo sconfessati dal Vaticano, perchè mai ci siamo sognati di essere l'organo ufficiale della Santa Sede e della Cei», risponde don Antonio Sciortino, giudicando quella del portavoce della Santa Sede «una dichiarazione corretta» mentre «scorretto - aggiunge - è invece chi vuole forzarla come una sconfessione di Famiglia Cristiana». Il Vaticano - ricorda il sacerdote - ha un proprio giornale ufficiale che è l'Osservatore Romano. La Conferenza episcopale italiana ha Avvenire. Famiglia Cristiana, come tutte le altre testate giornalistiche di matrice cattolica si muove in perfetta sintonia con il Magistero della Chiesa e con la sua Dottrina Sociale, ma può godere di una sua autonomia di intervento nel dibattito politico generale». In tutti questi anni, sottolinea infine Don Sciortino, il settimanale ha condiviso con la Santa Sede e il Magistero della Chiesa la battaglia morale in difesa della vita umana e della famiglia basata sul matrimonio. Ma le polemiche non si palcano. Il capogruppo dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, si ritiene soddisfatto dalla parole «talmente chiare» del direttore della Sala Stampa vaticana da non dover aggiungere nulla. «Una sconfessione di questa portata vale mille volte di più di una vittoria processuale degli insulti subiti - spiega - C'è da augurarsi che il direttore di Famiglia Cristiana abbandoni la condotta personale, che ho potuto constatare, tutt'altro che in linea con la solidarietà agli ultimi». Per Gianfranco Rotondi, ministro per l'Attuazione del programma, «Famiglia Cristiana adotta una tecnica pubblicitaria collaudata. Oltre un certo limite però c'è un linguaggio che non si addice al settimanale che fu di Don Zega sempre anticonformista, mai volgare». Secondo Jole Santelli, deputata del Pdl, «si è trattato di una scelta editoriale mirante ad ottenere visibilità ad ogni costo. L'assenza totale di argomentazione offendeva non solo chi era oggetto della campagna denigratoria a mezzo stampa ma anche i lettori». Maurizio Lupi, «ciellino» e vicepresidente della Camera osserva che «gli interventi di Famiglia Cristiana sono frutto del continuo pregiudizio sulle politiche attuate dall'esecutivo». Opposte, ovviamente, le reazioni del centrosinistra. «Il merito delle osservazioni critiche evidenziate dagli editoriali di Famiglia Cristiana richiamano semplicemente i cattolici italiani ad essere coerenti con la loro ispirazione cristiana. E la destra di governo, oggi oggetto delle contestazioni, deve rispondere nel merito e non attraverso gli insulti che abbiamo ascoltato in queste ore», afferma il parlamentare Pd Giorgio Merlo. Solidarietà al settimanale e al direttore («che mi ha più volte e aspramente criticato quando ero ministro») da parte del neosegretario di Rifondazione Paolo Ferrero «dopo i forsennati e volgari attacchi che ha ricevuto, in queste ore, dai soliti e febbricitanti "avanguardisti" del Pdl (Gasparri, Giovanardi, La Russa, etc.) per aver osato mettere nero su bianco quella che è un'evidenza, più che un giudizio, e cioè che il ritorno del fascismo è, nell'Italia di oggi, un rischio reale».