Del Turco ai domiciliari

Intorno alle dieci del mattino il figlio Guido e la compagna Cristina D'Avanzo avevano già ricevuto la notizia della firma, da parte del gip, dell'ordinanza con cui gli arresti domiciliari venivano sostituiti alla carcerazione preventiva ed erano arrivati davanti al carcere di via Lamaccio a Sulmona intorno alle 11,30. Del Turco è uscito intorno alle 13, ha avuto parole di elogio per la struttura carceraria: «Sono stato trattato benissimo» e poi «sono in grande forma e torno a Collelongo. Beato chi è nato a Collelongo...». Sui contenuti dell'inchiesta non una parola. Il viaggio a Collelongo è una volata: lì Ottaviano Del Turco sa di giocare in casa; la notizia della sua scarcerazione si è sparsa in un battibaleno e la gente è scesa in strada ad aspettare il suo ritorno. All'arrivo, fuori dal cancello della villa c'era anche un piccolo gruppo di perone, tra cui il sindaco Angelo Salucci e il vicepresidente del Consiglio regionale, Nicola Pisegna Orlando. Hanno applaudito e Del Turco per ringraziare si è affacciato al balcone ed ha detto: «Collelongo è bellissimo». Il desiderio espresso è quello dalla normalità: «Adesso vado a farmi una doccia», quel senso di privato che significa casa. Non ha fatto ancora in tempo, l'ex governatore a rendersi conto che, per lui, anche quella villetta di paese è una prigione: la sua vita, infatti è sottoposta al regime rigido imposto dall'ordinanza per blindare al massimo i contatti con l'esterno, soprattutto con i coindagati. La gip Maria Michela Di Fine infatti non ha accolto a pieno la richiesta della Procura della Repubblica che aveva adottato una linea senz'altro più morbida, con una gradualità che ricalcava l'ordinanza iniziale: ai domiciliari chi era in carcere, obbligo di dimora per chi era ai domiciliari, libertà per chi era sotoposto a obbligo di dimora. Di fatto, il giuidice ha disposto solo le scarcerazioni per Del Turco, per l'ex segretario dell'ufficio di presidenza della Regione, Lamberto Quarta, per l'ex capogruppo del Pd, Camillo Cesarone, per l'ex assessore Antonio Boschetti, per l'ex manager della società Humangest Gianluca Zelli e per l'ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga. Restano invece ai domiciliari Giancarlo Masciarelli, ex presidente della Finanziaria regionale, considerato la mente dell'intera operazione di cartolarizzazione del debito della sanità e l'ex assessore alla Sanità nella giunta di centrodestra, Vito Domenici. Alleggerita la misura per Angelo Bucciarelli, segretario dell'ex assessore alla sanità Bernardo Mazzocca, che ha ottenuto l'obbligo di dimora. All'obbligo di dimora resta invece lo stesso Mazzocca. Secondo la gip Di Fine «è del tutto cessato il pericolo di inquinamento probatorio», ma non si esclude però «in astratto la possibilità di reiterazione di reati della stessa specie di quelli per cui si procede».