Bologna ricorda

Ma la giornata non era cominciata bene. L'inizio del discorso di Rotodni è stato turbato dai fischi di un gruppetto di giovani mentre una parte della piazza si è allontanata. Ma prima di Rotondi è statao fischiato dalla piazza anche il sindaco Cofferati. Il ministro però ha risposto toccando le corde giuste. Innanzitutto ha ricordato che in democrazia tutte le opinioni «sono uguali ed hanno gli stessi diritti» (democristiano o anti, berlusconiano o anti, comunista o anti), «ma l'antifascismo non è una opinione, è una ragione costitutiva della nostra democrazia». Per una città in cui una lapide ricorda la strage fascista del 2 agosto 1980 non è irrilevante viste anche le polemiche degli ultimi giorni con le nuove possibili piste avanzate dall'ex presidente Cossiga (sul ruolo dei palestinesi) o dai deputati del Pdl sulla diversa matrice della strage. Ed a quelle polemiche «sulle sentenze che sono nell'angolo» si è richiamato anche Rotondi quando ha detto che «di fronte ai morti» della strage (85 più 200 feriti) «non possiamo permettere che in nome di opinioni si ribalti la verità emersa secondo le leggi del nostro paese». Il ministro non si è sottratto di fronte ai possibili fatti nuovi. «Nessuno terrà chiusi gli armadi della vergogna se ci sono, se vi sono responsabilità nuove saranno illuminate», «ma in attesa di tutto ciò, noi dobbiamo sapere - ha scandito rivolto alla piazza - che con le risultanze accertate dalla magistratura noi oggi ricordiamo una strage che è un rigurgito di un orrore antico da cui pensavamo di essere vaccinati e che invece è stato un male ancora vivo nella nostra democrazia». Poi quasi a completare il quadro delle cose che i familiari si aspettavano, ha promesso l'impegno del governo per dare seria esecuzione alla legge sui risarcimenti ai parenti e al provvedimento che rimuove il segreto di stato. «Parole molto equilibrate e positive in un discorso molto difficile da sentire da un ministro di questi tempi» ha commentato con soddisfazione Bolognesi. Al sindaco Cofferati è piaciuto «lo spirito unitario con il quale il ministro è venuto a Bologna». C'è stata anche la stretta di mano fra il ministro e l'assessore Libero Mancuso dopo le polemiche per l'intervista in cui Rotondi veniva definito personalità «incolore e sconosciuta». «Mi dispiace per questo incidente», ha detto l'assessore. Il presidente della Repubblica Napolitano in un messaggio ha insistito sulla necessità di «coltivare il dovere della memoria» per «la difesa dei valori di libertà, democrazia e giustizia». Berlusconi ha invitato a «tenere la guardia alta contro il terrorismo». Nella piazza durante la cerimonia è stato letto il solo messaggio di Napolitano, salutato dall'applauso della gente. Gli altri sono stati solo citati, fra cui quelli di Fini e Schifani, forse per il timore che qualcuno fischiasse.