Bernini (Pdl): «Ora Veltroni non ha alibi, vi racconto come li abbiamo costretti a aprire»

Anna Maria Bernini, noto avvocato e deputato del Pdl, membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera è convinta che ora ci sono tutte le condizioni per far ripartire il dialogo sulle riforme. Accogliendo i due emendamenti avete spuntato le armi al Pd? «Non credo che il governo accogliendo i due emendamenti che sono stati proposti sulla base delle sollecitazioni dell'opposizione, abbia voluto spuntare le armi a Veltroni. Credo che Berlusconi abbia sempre riconosciuto in Veltroni un interlocutore privilegiato. Credo che il premier abbia voluto riaprire un canale di dialogo e avviarsi sul cammino delle riforme. Questo è il senso del lodo Alfano che non tutela la persona ma la funzione. Oggi presidente del Consiglio è Berlusconi ma in un sistema democratico maggioranza e opposizione si alternano e di conseguenza noi stiamo lavorando per tutti per un equilibrio nei rapporti istituzionali. Un equilibrio che tuteli le principali cariche dello Stato da qualunque ingerenza comunque configurabile». Il presidente Napolitano vi ha dato una mano, o no? «Il presidente dela Repubblica ha svolto il suo ruolo in modo impeccabile, è stato un vero garante delle istituzioni. Noi con il lodo Alfano non tocchiamo i reati funzionali, ovvero i reati previsti in Costituzione, ma ci occupiano dei reati extrafunzione». Quali novità introducono i due emendamenti? «Riguardano la durata della sospensione. Nella precedente formulazione i processi che venivano sospesi riguardavano fatti commessi prima del 30 giugno 2002 ora il termine è fino al 2 maggio 2006, cioè i reati coperti da indulto. Chi deciderà sull'opportunità di sospendere non sarà il legislatore ma la discrezionalità delle singole procure che potranno stabilire una lista di priorità dei reati nella formazione dei ruoli di udienza e quindi nella trattazione dei processi. Quindi sarà il magistrato a decidere sull'eventuale sospensione per un massimo di 18 mesi. In più, l'altro emendamento, mentre prima si diceva che potevano essere sottoposti a sospensione i procedimenti relativi a delitti con pena di reclusione non superiore a 10 anni, ora gli anni scendono a 4. Questo va incontro a una scelta che avevano fatto gli stessi magistrati; è già prassi in molti uffici giudiziari. Cioè il magistrato stabilisce una priorità nella trattazione dei processi. Viene recepito un indirizzo già praticato da numerosi uffici giudiziari». In questo modo avete risposto anche alle critiche del Csm? «Il Csm dando un parere non richiesto sulla costituzionalità ha assunto una funzione che non gli compete. Le critiche del Csm sono state ascoltate. Questa norma ha una forte valenza tecnica». Veltroni vi ha accusato di aver affrettato i tempi. «Non è vero. Siamo stati estremamenti disponibili a ascoltare. Abbiamo discusso ampiamente ed è dimostrato dall'accoglimento dei due emendamenti. Il Pd ha presentato più di mille emendamenti e questo significa due cose: o c'è un processo alle intenzioni e nulla di ciò che facciamo può convincerli del contrario o c'è un reale imbarazzo per cui presentando mille emendamenti si vuole convincere il governo a porre la fiducia evitando di votare sì. Insomma si vorrebbe indurci a mettere la fiducia per non esprimere un parere».