La Rai «deve applicare le decisioni del tribunale» sul caso ...

«La Rai - afferma Petruccioli all'indomani della pronuncia del giudice del lavoro sulla vicenda - può ricorrere nei modi previsti dalla legge e dalle procedure, come è stato deciso di fare; ma deve applicare le decisioni del tribunale. Su questo non c'è possibilità di dubbio o discussione. Altrettanto certo è che la vicenda Saccà è straordinariamente rilevante e impegnativa per la vita, per l'immagine della Rai, per la coscienza di sè che la Rai ha». Nel suo intervento, Petruccioli individua almeno tre punti di incompatibilità: «aver perseguito, all'insaputa dell'azienda, e in modo indistinguibile rispetto all'esercizio del potere aziendale che gli era stato affidato, un proprio progetto industriale potenzialmente concorrenziale; aver sollecitato interventi esterni per modificare comportamenti di amministratori a lui non graditi; aver svolto con continuità una azione per ostacolare le decisioni e le iniziative dei vertici operativi dell'azienda fino a tentare di promuoverne la sostituzione». Secondo Petruccioli «fatti di tal genere non verrebbero tollerati in nessuna azienda e determinerebbero immediatamente l'interruzione del rapporto. Mi rendo conto, a questo punto, di dover fornire, in modo sincero e trasparente, qualche spiegazione». Tre le spiegazioni fornite dal presidente per spiegare perchè la Rai non abbia subito licenziato Saccà: «prudenza, accortezza, opportunità». Petruccioli spiega di non aver voluto «forzare sui tempi e sulle cadenze del procedimento giudiziario, all'origine del provvedimento prima di autosospensione e poi di sospensione». Poi era necessario «acquisire la documentazione inviata a più riprese dagli inquirenti con ampi intervalli di tempo, e seguire scrupolosamente le procedure aziendali alle quali è affidato l'esame di fatti e documenti e la valutazione etica dei comportamenti». C'era poi la considerazione del particolare momento politico con l'avvio di una campagna elettorale quanto mai complicata. «Esporre il servizio pubblico a polemiche per un fatto come questo era da evitare». Infine la terza spiegazione: non era affatto certo che il cda, chiamato a pronunciarsi sulla risoluzione del rapporto fra la Rai e Saccà, avrebbe espresso una maggioranza favorevole. Petruccioli rifiuta però l'atteggiamento di chi esprime «stupore o fastidio» o afferma che «le cose sono sempre andate così e far finta che non sia vero è solo ipocrisia».