Ma Di Pietro non si ferma «Non mi scuso col premier»

Non una voce ieri si è levata dal centrosinistra ad appoggiarlo nella sua crociata. A stretto giro dall'invito di Napolitano che da Capri ha lanciato l'ennesimo richiamo al dialogo e ad abbassare i toni, il leader dell'Italia dei Valori ribadisce la sua linea. Ovvero niente scuse al premier per avergli dato del «magnaccia», semmai è lui che deve chiedere scusa agli italiani per averli «insultati». Ne consegue che se «Napolitano fa bene a esortare a un clima più sereno, tuttavia è impossibile dialogare con chi - dice Di Pietro - usa il dialogo per i farsi i propri interessi». Il leader dell'Italia dei Valori insiste nel dire che «non si può dialogare con chi, se uno gli tende la mano, finisce che si prende tutto il braccio». La chiusura dell'ex pm è netta: «Ora il vero dialogo non è con il Pdl ma con i cittadini per spiegare loro bene cosa sta accadendo in Italia». Il leader Idv critica ancora il lodo Alfano che garantisce l'immunità alle alte cariche dello Stato e annuncia battaglia in tutte le sedi, in Parlamento e in piazza dove scenderà l'8 luglio perché «non si può più fare finta di niente e continuare a credere che nulla veramente cambierà». Quindi pubblica una lettera sul sito di Beppe Grillo e chiama a raccolta il popolo del comico genovese; punta l'indice contro «l'esempio devastante» fornito da Berlusconi negli ultimi vent'anni, paragonabile a quello fornito ai giovani del Sud «dai camorristi e dal mafioso locale». Poi avverte: «Le leggi che continuamente vengono proposte dal nuovo Governo sono un attentato alla democrazia. Se passano, vincerà il regime e perderà, per un tempo indefinito, la democrazia». Non solo. Di Pietro rilancia e indica al Presidente della Repubblica quello che dovrebbe fare. «Napolitano controlli se ci sono i requisiti dell'urgenza e della necessità previsti dalla legge per inserire alcune norme nel decreto, se è necessario rimandarlo indietro alle Camere e richiamare tutte le parti interessate a rispettare ciascuna il proprio ruolo». «Mi pare che sia quello che il Capo dello Stato sta già facendo e mi auguro che possa farlo fino in fondo», spiega Di Pietro. In caso contrario, «ci penserà la Corte Costituzionale e, se non ci pensa, alla fine saranno i cittadini a pensarci, attraverso il referendum che Idv intende chiedere per dare questa possibilità agli elettori». Le parole di Di Pietro non fanno che buttare altra benzina sul fuoco della polemica. La maggioranza attacca a testa bassa allargando il mirino anche a Veltroni. «Di Pietro cerca di avvelenare la vita italiana, ma non ci riuscirà - è quanto dice il sottosegretario Paolo Bonaiuti - Il governo reagirà con i fatti e andrà avanti per la sua strada come chiedono gli elettori. Chi perde la faccia è solo Veltroni, che dopo tante chiacchiere buoniste non prende le distanze dalla politica di insulti del suo compagno di strada». Fa dell'ironia il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli. «Abbiamo tutti bisogno della saggezza e dell'equilibrio di Napolitano. «Avremo anche bisogno della sua generosità che dovrà dimostrarsi con l'acquisto e il dono di apparecchi acustici per tutti coloro che si sono dimostrati sordi agli interessi del Paese e ai suoi puntuali richiami». Anche il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto, allarga la polemica a Veltroni. «Di Pietro vuole provocare l'imbarbarimento della vita politica italiana. È evidente che in tutto ciò Veltroni e il Pd hanno responsabilità rilevanti».