Laura Della Pasqua l.dellapasqua@iltempo.it Prima lo ...

L'attacco dell'ex pm è rivolto all'aspetto più mediatico della questione delle intercettazioni. Il riferimento è alle telefonate rivelate tra Berlusconi e l'allora direttore di Rai fiction Agostino Saccà, in seguito alle quali il governo ha deciso di intervenire con una legge. «Le intercettazioni che vogliono limitare - dice Di Pietro - ci fanno vedere un capo del governo che fa un lavoro più da magnaccia, impegnato a piazzare le veline che parlavano troppo, che da statista». Dall'attacco a Berlusconi passa poi a ridefinire il suo ruolo nell'opposizione. «Il nostro compito è quello di fare un'opposizione responsabile, che non ha gli occhi chiusi, che conoscendo chi c'è dall'altra parte sa che se lo si lascia fare ci porterà a essere più sudditi e meno cittadini». «Le intercettazioni - insiste Di Pietro - offrono uno spaccato di questa classe dirigente italiana che ci fa vergognare, e dicono anche che non si devono pubblicare le intercettazioni». Il leader dell'Italia dei Valori fa ricorso anche all'ironia richiamandosi allo scandalo che travolse l'ex presidente degli Stati Uniti. «Per un giochetto a Clinton gliene hanno fatte e dette di tutti i colori, qui se senti le intercettazioni telefoniche...Vendevano parti di film piuttosto che di fiction e quant'altro utilizzando i soldi della Rai, soldi nostri, soldi del canone. In cambio di che cosa? Quella è bona, quella è bella, quella c'ha le tette grosse. Ma insomma, abbiate pazienza, fate gli statisti o i magnaccia?» La polemica non si ferma alla questione delle intercettazioni. Di Pietro accusa il governo di un'azione politica «piduista che si rifà a quanto ipotizzato dall'organizzazione di Licio Gelli». «E non so fino a che punto la volontà sia solo di Berlusconi, se cioè il premier sia quello che esegue gli ordini o sia il mandante». Di Pietro vede una manovra per imbrigliare l'attività parlamentare. «Il Parlamento è stato svuotato dalle sue funzioni, si fanno solo decreti legge. Il Csm ha espresso un parere su una legge che hanno fatto e loro hanno detto: cambiamo il Csm». «Il programma è quello di Previti e di Licio Gelli - incalza Di Pietro - Per la giustizia è previsto il doppio binario che prevede un'azione ordinaria contro i cittadini normali e l'impunità per la Casta, poi la denigrazione dei magistrati onesti». Per l'ex pm c'è una strategia a più ampio raggio che prevede «il ridimensionamento degli organi di controllo dello Stato, a partire dalla Corte Costituzionale, dal Csm e per finire al Parlamento». La conseguenza è «una deriva totalitaria» e i cittadini saranno «sempre più sudditi». A chi lo accusa di giustizialismo, il leader dell'Idv manda a dire che «è Berlusconi che ci tiene impegnati a occuparci di questi temi. Invece di pensare ai problemi del Paese, ci tiene inchiodati alle leggi ad personam che una opposizione responsabile non può far passare in maniera connivente. Ai cittadini ha promesso di volerli rendere felici e farli stare bene. La verità è che lui pensa solo a se stesso».