Fabio Perugia f.perugia@iltempo.it «Si inizi col dare più ...

Nella sua città, il sindaco di Parma ha ospitato il summit dei firmatari della «Carta di Parma» (siglata mesi fa). Una ventina di sindaci, di centrodestra e centrosinistra, pronti a fare fronte comune per ottenere più poteri, più soldi e un sogno: togliere dalla strada le «lucciole». Vignali, qual è stata la richiesta "trasversale" fatta al Viminale? «Abbiamo avuto l'ok per avere più poteri nelle nostre città, saremo più efficaci sul tema della sicurezza urbana. Abbiamo chiesto, e Maroni è dalla nostra parte, più poteri per le concessioni delle licenze. In materia di degrado urbano, più poteri per l'occupazione abusiva del suolo pubblico o l'imbrattamento di edifici. Vogliamo fare un passo avanti sull'armamento dei vigili, dargli strumenti di autodifesa. Poi chiediamo di accedere alla banca dati del ministero dell'Interno». Bastano i fondi che già avete? «Il ministro ha dato il suo ok: con la prossima Finanziaria avremo più risorse da investire sulla sicurezza». Quanti soldi servono a un Comune per garantire la sicurezza? «Almeno il 20 per cento in più di quelli che oggi abbiamo. Pensi che a Parma l'organico delle forze dell'ordine è fermo al 1991, le ho detto tutto». Lei è favorevole al reato di clandestinità? «Col decreto del governo che introduce l'aggravante abbiamo fatto un bel passo in avanti. Sul reati Maroni è stato chiaro: ha detto che verrà utilizzato per confermare l'illecito ai fini dell'espulsione. Ha detto che sarà un reato senza pena». E ha fatto un passo indietro sul tema della prostituzione. Lei che farebbe a riguardo? «La prostituzione sta minando la qualità della vita nelle nostre città. Io voglio sgomberare le strade dalle lucciole. Poi se dobbiamo fare le case chiuse o i quartieri a luci rosse sarà il Parlamento a decidere. Da noi a Parma ormai le ragazze si prostituiscono anche in pieno centro storico. Vede, ciò fa nascere un problema serio di sicurezza. C'è un traffico enorme, è un racket. E sono convinto di una cosa». Cosa? «Che gli stessi clienti preferirebbero andare in un posto più sicuro, in una casa o in un quartiere appartato. I clienti sarebbero i primi a toglierle dalle strade». E avrebbero maggiori garanzie. «Non parliamo di quelle igienico-sanitarie, si potrebbero prevedere dei certificati. In quel modo la prostituzione dovrà per forza rispondere a dei requisiti sani». Crede sia un passo importante che aiuti a contrastare l'immigrazione clandestina? «Immigrazione clandestina e prostituzione sono due problematiche fortemente collegate. È chiaro che togliendo dalla strada le lucciole facciamo in modo che molto del traffico di ragazze, spesso immigrate e clandestine, venga soppresso». Avrebbe preferito il pugno duro del governo? «No, sono d'accordo con il ministro che ha voluto inserire il provvedimento nel disegno di legge. È bene che su un tema sociale come questo sia il Parlamento a decidere». A chi delegherebbe la decisione di aprire o no i quartieri a luci rosse? «Non escludo l'idea che ogni Regione possa decidere in modo autonomo cosa fare sul tema della prostituzione».