Maurizio Piccirilli m.piccirilli@iltempo.it La «Valla» è ...

Un vero e proprio sistema di protezione con barriere parallele alte dai quattro ai sei metri di altezza, con camminamenti per il passaggio di veicoli adibiti alla sicurezza che si snoda per oltre 9 chilometri. È dotata di un'illuminazione ad alta intensità, di un sistema di videocamere di vigilanza a circuito chiuso e strumenti per la visione notturna. Vi sono poi cavi posti sul terreno connessi con una rete di sensori elettronici acustici e visivi per segnalare i movimenti sul terreno. Il muro di protezione è stato costruito a partire dal 2000 e finanziato dalla Comunità europea con una spesa di 30 milioni di euro. Diciassette torri ultramoderne alte più di sei metri, con tanto di aria condizionata, da cui seguire ogni angolo del confine attraverso un circuito di telecamere disseminate lungo la barriera. La frontiera fortificata che difende la Spagna dalla valanga di immigrati che arrriva dal Sahara continua anche in mezzo alle onde con cavalli di frisia e barriere di filo spinato. Sulla linea Maginot di Ceuta si sono infrante le vite di molti clandestini rimasti appesi alle reti o uccisi dalle pallottole della polizia marocchina o della Guardia Civil. Dal 1989, secondo un rapporto della Croce rossa internazionale, le vittime sarebbero diecimila. L'ultimo assalto di massa è avvenuto nel 2005 e il bilancio fu di cinque vittime, un centinaio di feriti tra i seicento africani che cercavano di raggiungere la enclave spagnola sulla costa marocchina. La pressione dei migrati fu tale che Zapatero non esitò a schierare l'esercito a difesa della barriera. Una forza di 450 soldati che ha in parte sostituito la Guardia civil. Quell'episodio scatenò le critiche delle Ong e di Medici senza frontiere che provocarono la visita di una commissione del Parlamento europeo che però sostanzialmente promosse con riserva la situazione. Promossa la barriera, finaziata dall'Ue, bocciata l'accoglienza dei centri troppo affollati. La Spagna, infatti, negli ultimi anni, a partire dal 2000, ha messo in campo norme molto severe, molto più di quelle dell'Italia e ha espulso migliaia di persone, contro i «clandestini» e qualche mese fa ne aveva ricevuto pubblico merito dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Nel corso di una conferenza stampa a gennaio all'Eliseo, poi, Sarkozy si era espresso a favore di Zapatero «che ha dichiarato di non accettare più regolarizzazioni massicce» ed aveva aggiunto: «Vogliono (Zapatero e Prodi, ndr) che la Francia, l'Italia e la Spagna procedano alle espulsioni collettive». Come si sa Sarkozy è favorevole a una politica dell'immigrazione fondata sulle quote che favorisca l'immigrazione «di lavoro» a discapito di quella di «ricongiungimento familiare». D'altro canto la Spagna non ha mai nascosto le proprie intenzioni in tema di immigrazione clandestina e negli ultimi anni ha utilizzato molto le «espulsioni di massa», prevedendo il rimpatrio anche nel caso di minori non accompagnati. E dalle Canarie, in un paio di giorni, qualche tempo fa, fu riportato in Nigeria quasi un migliaio di clandestini, così nel Senegal e anche in Marocco.