La detassazione degli straordinari sarà uno dei primi ...

Sul lavoro dell'esecutivo uscente, ha infatti detto il nuovo Ministro, «ci sono criticità ma anche consensi: come sull'innalzamento dell'indennità di disoccupazione al 60%, sull'abbassamento del prelievo contributivo sul secondo livello e sull'eliminazione della supercontribuzione sugli straordinari». Insomma, il preannunciato intervento di detassazione degli straordinari si sommerà, nella sostanza, ai provvedimenti già presi con il protocollo sul welfare che potrebbero contare su possibili nuove risorse. Sulla detassazione dei premi di risultato il decreto relativo è già in vigore mentre sulla decontribuzione, retroattiva dal primo gennaio, è arrivata la firma del ministero dell'Economia. Sul primo provvedimento sono previsti 150 milioni di euro per il 2008 mentre per il secondo il protocollo sul welfare aggiunge 150 milioni ai 500 già previsti portando le risorse per la decontribuzione a 650 milioni di euro per il periodo 2008-2010. Ma la partita che il nuovo governo intende aprire con uno dei primi provvedimenti che prenderà il nuovo esecutivo è quella della detassazione degli straordinari. Il provvedimento, assicura il ministro Sacconi, non c'è ancora ed è tutto da decidere. Ma le sue intenzioni erano state rese note già nelle scorse settimane quando il neo ministro, allora senatore e capogruppo in Commissione Lavoro per Forza Italia, aveva annunciato l'intenzione del Pdl di «detassare o tassare con una cedolare secca, al massimo al 10% tutte le componenti variabili del salario». E, nei giorni scorsi il neo Ministro ha annunciato l'intenzione di detassare, oltre agli straordinari anche i premi aziendali. E la conferma che quello degli straordinari sarà uno dei primi interventi è anche dato dal fatto che, ancora prima di insediarsi al Ministero, Sacconi ha incontrato Tremonti. Si è trattato di una riunione operativa per mettere a punto il provvedimento che dovrebbe arrivare a breve sul tavolo del Consiglio dei ministri. Nel passaggio delle consegne, Sacconi ha invece riconosciuto la possibilità di poter «garantire una certa continuità istituzionale» con il lavoro di Damiano. «Questo - ha continuato il neoministro - porterà il confronto su un piano di concretezza e non sulle parole d'ordine, invettive, slogan che non consentono il dialogo». Ha riconosciuto a Damiano di non aver «stravolto» la legge Biagi, ha accettato di riprendere il lavoro svolto sulla riorganizzazione degli enti previdenziali che prevede la costituzione di due poli, uno previdenziale (suddiviso a sua volta in pubblico e privato) ed uno assicurativo. «Sulla previdenza eredito una ricerca ed un lavoro importante già svolto dal precedente governo ed è ovvio che ripartiremo da questo studio che è stato un ottimo lavoro» ha detto Sacconi che ha invece ribadito la volontà di riaprire un tavolo con le parti sociali sulla sicurezza sul lavoro per convicere le parti a lavorare sul tema senza più contrapposizioni. Più critico invece il giudizio su quella che Sacconi chiama la «controriforma previdenziale. Anche se devo dire - ha concluso - che arriva allo stesso risultato anche se in modo più oneroso».