Veltroni tende la mano: «Io e Silvio mai più nemici»

Nel lungo intervento non c'è stato alcun accenno polemico contro Berlusconi che viene evocato solo una volta ma addirittura in modo positivo. Ed è quando, ribadendo che occorre dare un segno di discontinuità col passato, Veltroni sottolinea che «troppi anni sono andati persi a parlare di ciò che è pro e contro Berlusconi» come pure per troppo tempo «si è parlato solo di tv e pubblicità e intanto il Paese perdeva undici punti di pil». L'emergenza economica impone che venga superata «l'antinomia amico-nemico, arrivando a una convergenza sulle regole del gioco perché la ripresa ha bisogno di un clima civile». Veltroni quindi non solo sembra voler rassicurare il Cavaliere sul vecchio nodo della questione televisiva, ma getta anche un ponte per un dialogo sulle emergenze del Paese. «Non è possibile che il leader della maggioranza e quello dell'opposizione non si parlino nemmeno per telefono». E un clima più civile «potrebbe tradursi anche con la presidenza di una delle due Camere affidata all'opposizione». Veltroni indica come terreno di dialogo quello delle riforme costituzionali «che non possono più essere solo appannaggio della maggioranza». E sottolinea come sia stato «un errore quello fatto prima dal centrosinistra e poi dal centrodestra, di cambiare la Costituzione». Insomma «le regole del gioco si cambiano insieme» dice a chiare note Veltroni. Anche perché l'opinione del segretario è che anche nella prossima legislatura «in Senato è possibile si vada in stallo». Rilancia il progetto di «avviare una grande stagione riformista, ora possibile perché sulle decisioni non dovremo più discutere con Bertinotti, Pecoraro Scanio e Mastella ma saranno prese da un unico soggetto politico». Il leader del Pd ribadisce il no «alla frammentazione politica e alla dittatura delle minoranze» e lancia la sfida di «trasformare la concertazione in un patto per lo sviluppo coinvolgendo la maggior parte delle imprese». Veltroni ha anche rilanciato alcuni punti del programma del Pd. A cominciare dal fisco. «Non basta la detassazione degli straordinari, occorre ridurre le aliquote e intervenire sui salari». Lancia la proposta di alzare la soglia della forfetizzazione portandola da 30 a 50 mila euro» e sottolinea che «è stato uno sbaglio non mettersi d'accordo sul fatto di destinare l'extragettito alle detrazioni fiscali». Per la copertura dell'abbassamento della pressione fiscale, il leader del Pd ripropone «la lotta all'evasione fiscale, il taglio della spesa e la semplificazione della burocrazia». Frena sulla richiesta della Confcommercio di ridurre la spesa di 5 punti subito. «Mi sembra difficile. Più fattibile è la diminuzione di mezzo punto il primo anno e un punto gli anni successivi». La riduzione della spesa «sarà possibile semplificando, evitando la moltiplicazione di istituti e sedi e riducendo anche il costo della politica». Il che significa «meno parlamentari ma anche la revisione del finanziamento ai giornali di partito che si è allargato eccessivamente». Veltroni raccoglie la richiesta della Confcommercio di una riduzione dell'Iva sul turismo ma dice che «la questione va posta in Europa e bisogna dire che va ridotta dal 20 al 10% però poi occorre affrontare una politica nazionale sul turismo». L.D.P