Scelta di campo

Sangalli fa un'analisi impietosa della situazione economica arrivando a evocare il rischio di una recessione. Confcommercio stima per il 2008 una crescita dello 0,7% ma che, in uno scenario peggiore, potrebbe anche essere in negativo (-0,2%). E questo fattore combinato con una fiducia ai minimi, con consumi al lumicino e una percezione dell'inflazione del 20%, fa gridare all'allarme. Sangalli non esita a dire che «la situazione è di vera emergenza. La ripresina del 2006-2007 ha esaurito i suoi effetti e ora con la crisi internazionale e l'aumento del prezzo del petrolio, l'economia italiana rischia di pagare il costo più salato». Che fare? «Agire con urgenza sapendo che non ci sono scorciatoie» è l'input che viene dalla Confcommercio che indica al prossimo governo la strada da seguire. Presupposto però, è che ci sia una «legislatura costituente» non soggetta «alla dittatura del breve termine ma in grado di affrontare le riforme, quelle costituzionali e della legge elettorale e quelle economiche e sociali». Confcommercio ha messo nero su bianco «venti tesi», ovvero un percorso di interventi da effettuare nell'arco della legislatura e tra queste quattro priorità per i primi cento giorni di governo. «Non è il libro dei sogni» ha spiegato Sangalli indicando quello che deve diventare «il principio vincolante della prossima legislatura, cioè spendere meno e meglio». E le quattro priorità per i primi cento giorni, sembrano proprio tratte dal programma di Berlusconi. Al primo posto l'introduzione di un'aliquota secca del 10% sugli straordinari, gli incentivi e gli incrementi salariali di secondo livello; il ripristino del lavoro intermittente per una buona flessibilità; la liberalizzazione dei servizi pubblici locali; la creazione presso Palazzo Chigi di un Dipartimento per coordinare le politiche a favore delle piccole e medie imprese. Ma la Confcommercio propone anche una «cura» che si snoda per i cinque anni di legislatura. Al primo posto c'è la riduzione della spesa corrente primaria per 65 miliardi che corrisponde a inefficienze stimate pari all'11% della spesa attuale. Questo consentirebbe il taglio delle aliquote Irpef di un punto ogni anno dal 2009 al 2013. La conseguenza sarebbe un incremento di Pil per ogni anno di 3,5 decimi di punto rispetto allo scenario tendenziale. Confcommercio rilancia anche la vendita del patrimonio pubblico per 30 miliardi e, dal 2010 al 2011, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, di credito, assicurazioni e professioni liberali. Tra i venti temi c'è l'incremento delle infrastrutture, la lotta alla contraffazione e all'abusivismo e un'Iva più competitiva per il settore del turismo. Ma come condizione per attuare questo percorso e per rimettere in moto l'economia, Sangalli pone «una coerenza di visione programmatica nelle coalizioni che non devono avere la frammentazione dei partiti». Nessun commento sul nodo del voto utile; per Sangalli «l'importante è che si vada a votare». Apprezzamento per «i toni non belligeranti della campagna elettorale e la positiva convergenza sulle proposte in campo per aiutare l'economia». Infine il rilancio della concertazione tra il governo e le forze sociali.