Berlusconi: vinco, governo, poi lascio

 Berlusconi,ospite di SkyTg24, insiste sul gap che separa il Pdl dal Pd, ribadisce i punti del programma elettorale e indica come impegno per il suo futuro politico di «non ripresentarsi più». Poi si dice pronto a siglare un «nuovo contratto con gli italiani» e apre a un confronto televisivo con Veltroni ma lo mette in guardia: «se fossi in lui sarei terrorizzato». Uno dei primi atti del nuovo governo sarà di «mettere una clausola particolare con i punti che vogliamo realizzare perchè dovremmo avere una maggioranza più coesa dell'altra volta». Il Cavaliere passa in rassegna i punti principali del programma: riapertura dei cantieri e proseguimento dei lavori delle grandi opere iniziate nei cinque anni del nostro precedente governo; provvedimenti fiscali tra cui alcuni in favore delle famiglie; la detassazione degli straordinari; il pagamento dell'Iva non all'emissione della fattura ma alla ricezione del pagamento della fattura stessa; l'abolizione della tassa di successione. Dice anche che «bisognerebbe cambiare tutto lo Statuto dei lavoratori e introdurre nuove regole più moderne». Poi torna a prendersela con i partitini e a insistere sul voto «utile». «I partiti minori del centrodestra non riusciranno ad arrivare alle soglie di sbarramento del 4 e dell'8%. Se un elettore del centrodestra decidesse di votare per i partiti piccoli toglierebbe voti al Popolo della Libertà, favorendo Veltroni». Berlusconi lascia intendere la disponibilità a una collaborazione con l'Udc di Casini dopo le elezioni. «Chiunque venga sul nostro programma per approvare un nostro provvedimento sarà il benvenuto. Quindi nessuna preclusione in Parlamento». Sbarrato, invece, il passo a Mastella. Il Cavaliere dà atto al leader dell'Udeur di essere stato «l'unico nel centrosinistra a non aver mai manifestato invidia o odio nei miei confronti» e rivela di essersi «impegnato a candidare una decina di parlamentari tra Camera e Senato in totale. Poi, però i sondaggi ci hanno mostrato impietosamente che le difficoltà erano molto elevate, perchè con Mastella avremmo perso dagli 8 ai 12 punti. E questi sondaggi hanno influenzato anche Roberto Maroni e Gianfranco Fini» che hanno posto il loro veto. Dà qualche anticipazione sulla squadra di governo. Annuncia che Tremonti tornerà al ministero dell'Economia quanto a Michela Brambilla sorvola. «Di lei ammiro la capatosta, la ammiro per questo. Quando si mette un obiettivo in testa è capace di chiamarmi anche 5 volte al giorno per avere una risposta». «Mara Carfagna probabilmente sarà capolista in Campania». Spiega che l'obiettivo del Pdl «è una quota del 30% di donne» nel governo. Berlusconi poi ricorda che «i dieci punti di Confindustria per il rilancio del Paese, sono tutti nel nostro programma di governo». E a conferma di questa vicinanza alle esigenze degli industriali, ipotizza la candidatura dell'ex presidente della Confindustria, Antonio D'Amato. Ironizza invece sulla candidatura del presidente di Federmeccanica Massimo Calearo. «La sinistra mette insieme agli operai i padroni, e non un semplice padrone ma un presidente della Federmeccanica. Quindi credo che qualcuno non la prenderà bene». Sulla questione degli infortuni sul lavoro Berlusconi si è detto pronto a dare il consenso a un eventuale provvedimento di Prodi e «a sostenere le misure attuative della legge sulla prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro che l'attuale governo pur in carica per gli affari correnti, dovesse adottare». Il Cavaliere ha inoltre affermato che per debellare la piaga degli infortuni sul lavoro «sono necessari molti ma molti più ispettori e sanzioni più severe». Berlusconi ha comunque elogiato «il meraviglioso episodio di eroismo» dell'imprenditore che a Molfetta «si è sacrificato senza successo» per salvare gli operai vittime delle esalazioni di zolfo.