Veltroni si sbatte ma è sempre a -8%

[...] oggi alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione nella Pubblica amministrazione, sarà candidato nelle liste del Pd. «Con lui - spiega il candidato premier - ho lavorato in questi 5 anni da sindaco e ne ho una grande stima». E la pattuglia continua a crescere. La dinamica è chiara: imbarcare chiunque per cercare di pescare voti in tutte le fasce della popolazione. Così ecco arrivare l'imprenditore (Matteo Colaninno) e l'operaio (Antonio Boccuzzi sopravvissuto al rogo della Thyssen); il giuslavorista Pietro Ichino e il sindacalista Cgil Paolo Nerozzi; la giovane Marianna Madia e la precaria del call center Loredana Ilardi. E ancora, il superprefetto anti 'Ndrangheta Luigi De Sena, l'oncologo di fama mondiale Umberto Veronesi, i Radicali, l'Italia dei Valori, il leader della Cna Gian Carlo Sangalli. Una vera e propria parata di stelle. Ma non è finita qui visto che si parla già di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso della mafia e dello scrittore anticamorra Roberto Saviano (che sarebbe stato sondato anche dalla Sinistra l'Arcobaleno). Mentre oltre 200 persone hanno firmato un appello a sostegno della candidatura di Giovanni Bachelet ordinario di fisica all'Università La Sapienza e figlio del giurista ucciso dalle Br nel 1980. Insomma mancano quasi due settimane al gran finale, con la presentazione ufficiale delle liste, e Veltroni ha già sparato i fuochi d'artificio. Bello spettacolo certo, ma inutile. Facendo una media delle rilevazioni dei principali istituti demoscopici, infatti, il distacco tra la coppie Pdl-Lega e quella Pd-Idv si attesta intorno all'8,3%. Una cifra piuttosto attendibile visto che, nel loft, nonostante i proclami pubblici, si ragionerebbe su sondaggi che danno uno scarto di poco superiore ai 9 punti. Certo, qualcuno potrebbe obiettare, che un mese fa la distanza era maggiore, ma la percentuale di recupero è comunque al di sotto delle attese. Anche perché, finora, il Cavaliere si è limitato a fugaci apparizioni televisive. Niente annunci shock, niente sorprese eclatanti, niente campagna elettorale. Così, ad esempio, il 10 febbraio Ipr Marketing dà il Pdl-Lega al 44,5% e il Pd-Idv al 34% (-10,5 punti). Nove giorni dopo, lo stesso istituto, registra una lieve crescita della compagine di Veltroni che passa al 34,5% mentre il centrodestra resta stabile. Peccato che, in quei nove giorni, il leader del Pd abbia sparato tutte le sue cartucce. Se poi si torna indietro nel tempo, al 4 febbraio, si scopre che, in 15 giorni, il centrosinistra è cresciuto di 3 punti (dal 31,5% al 34,5%), ma anche il Pdl è cresciuto (dal 43,5% al 44,5%). E non va meglio se si guarda agli altri sondaggi. L'ultimo in ordine di tempo è quello fatto da Crespi che, due giorni fa, ha evidenziato una forbice dell'8,8%. Tra l'altro, quasi nessuna di queste rilevazioni tiene conto del «fattore Radicali» che, negli ultimi giorni, ha creato non pochi problemi al Pd, soprattutto all'interno dell'elettorato cattolico. Poco importa, Veltroni ha già pronto l'asso nella manica, per conquistare anche quella platea ha assicurato la candidatura di un nome di spicco vicino alle gerarchie ecclesiastiche. Si era fatto il nome del fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi che, però, ha declinato l'invito. Che abbia dato un'occhiata ai sondaggi?