La notizia era tutt'altro che inattesa. Dopo giorni di ...

Anche per questo la leader radicale e il segretario del Pd si vedranno oggi alle 13. Decisivo per il via libera all'intesa il sì di Marco Pannella: «Questo accordo è assolutamente da farsi, da positivamente concludersi. Sarà una convivenza faticosa, laboriosa, ma importante». E Pannella non sbaglia visto che l'accordo crea già più di una preoccupazione. A Largo di Torre Argentina, infatti, si teme che Veltroni voglia avere carta bianca sui nove nomi della delegazione radicale che verrà «ospitata» nelle liste del Pd. Tanto che la segretaria del partito Rita Bernardini, tra i più scettici sull'accordo, fissa già dei paletti: dall'elenco dei candidati non possono essere esclusi Pannella e Sergio D'Elia. Ma Veltroni replica che «sulle candidature ci sono regole e vincoli che riguardano il numero dei mandati e le condanne che sono molto chiare» quindi «non credo che ci siano problemi». E Antonello Soro assicura: «Pannella non sarà candidato». Ma il segretario del Pd dovrà stare attento anche ai delicati equilibri di casa sua. L'accordo con Pannella & Co. ha infatti scatenato l'immediata reazione dei cattolici democratici. «Le perplessità espresse - dice il vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti - rimangono tali e quali. Non è stato spiegato il senso politico di questo accordo». Insomma, lui, come Beppe Fioroni e altri cattolici del Pd si dicono determinati a insistere con Veltroni perché la scelta venga spiegata. Il problema - osservano - è anche spiegare alla base popolare questa decisione. «Sono state sottovalutate - è la critica - le reazioni che questo accordo può causare nell'elettorato cattolico». In più l'offerta avanzata ai radicali viene valutata come «sproporzionata» con «un numero di eletti garantiti incomprensibilmente sproporzionato rispetto alle percentuali conquistate» da Pannella e dai suoi alle ultime elezioni. E mentre Rosy Bindi si augura che il programa del Pd non subisca cambiamenti, la teodem Emanuela Baio confessa: «Avrei preferito che il Partito Democratico non includesse alcuni radicali». Nella querelle interviene anche il presidente delle Acli Andrea Olivero che ammette che l'associazione guarda «con una certa apprensione e perplessità» alla presenza dei radicali nelle liste del Partito democratico. «Ritengo che sia un'operazione sbagliata per due motivi - spiega ad Apcom -. Innanzitutto questa operazione, checché se ne dica, viene fatta per puro interesse di convenienza elettorale, al punto che dichiarano di essere d'accordo su un programma che non esiste ancora. Inoltre, se il Pd si poneva l'obiettivo di fare una sintesi alta tra le diverse culture che lo componevano, aggiungere i radicali crea una difficoltà aggiuntiva notevole». Nel Pd, comunque, c'è anche chi accoglie a braccia aperte Pannella e i suoi. I diessini, in primis, che hanno da subito molto creduto nell'accordo. «È un accordo che ci rafforza - approva Massimo D'Alema - e mi sembra un fatto positivo».