Alessandro Usai a.usai@iltempo.it Sembrerà impopolare, ma ...

Ma i rischi sono elevati. «L'economia è in fase di rallentamento - afferma Mandruzzato - e non bisogna abbassare la guardia». Come valuta i giudizi positivi sui conti italiani espressi dal Fondo Monetario, Standard & Poor's e Unione europea? «Assolutamente inattesi. I buoni risultati sono dovuti essenzialmente a motivi ciclici e non strutturali. Lodevole lo sforzo profuso per combattere l'evasione fiscale, ma non basta». Insomma, servirebbero riforme in campo previdenziale per contenere la spesa e favorire lo sviluppo? «L'Italia non è intervenuta sull'inerzialità della spesa. Intendiamoci, bene per i consensi internazionali ma non si può finanziare la crescita con entrate straordinarie». Una bocciatura all'eccessivo carico fiscale che pesa sugli italiani? «La Finanziaria del 2007 ha permesso un extra-gettito considerevole che ha migliorato il deficit. Il prezzo da pagare si è tradotto in più tasse. Bisognerebbe battere altre strade come le privatizzazioni e soprattutto la ricerca di un punto d'incontro tra lavoratori e imprese». Si riferisce alla battaglia sui salari? «Certo. Le parti sociali dovrebbe abbassare le pretese sui rinnovi salariali. E le imprese non dovrebbero trasferire sull'aumento dei prezzi le loro difficoltà». Teme una impennata dell'inflazione? «La Bce sembra un rebus. Minaccia rialzi del costo del denaro alle prime avvisaglie inflattive. Poi ci ripensa. L'inflazione al tre per cento, a causa della fiammata degli alimentari e dell'energia, è temporanea». Ritiene che a livello europeo ci sarà una brusca frenata? «Non credo. Siamo di fronte a un soft landing (dolce rallentamento ndr) quindi possiamo stare tranquilli. Quello che gli Stati Uniti si attendevano per loro sta capitando invece in Europa». Con quali rischi? «Premesso che il peggio è alle spalle, i Paesi che hanno avviato le riforme sapranno accusare il colpo». Quindi? «Germania e Spagna in particolare sono state premiate dalle riforme promosse anni fa. Ci sarà un rallentamento ordinato. L'Italia, dopo le lodi di Almunia, dovrà intervenire per forza sul lato della spesa e del debito». Molti italiani hanno timore per il caro-mutui. Quali sono le sue previsioni? «Siamo prossimi alla normalizzazione. Certo, coloro che hanno acceso un mutuo a tasso variabile hanno pagato rate molto alte alla fine del 2007. Ma analizzando l'Euribor ritengo che non ci saranno ulteriori penalizzazioni».