Niente soldi per i salari Il governo cerca risorse

Passata l'euforia delle promesse di Prodi per fine anno (la priorità dei salari da affrontare a gennaio) ora il governo prende tempo. Prima il premier ha detto che bisogna aspettare fine marzo, quando la Trimestrale di cassa darà una fotografia dei conti pubblici, per sapere quante sono le risorse a disposizione e ieri il ministro dell'Economia Padoa Schioppa ha scoperto le carte spostando ancora più in là il momento delle decisioni. Ovvero bisognerà aspettare il bilancio di assestamento a giugno-luglio e gli interventi più significativi arriveranno con la finanziaria 2009. Insomma il governo prende tempo perchè deve trovare il modo di recuperare risorse. Un pacchetto minimo di interventi, considerando l'ampiezza della platea, costerebbe, stando alle indiscrezioni, circa 5 miliardi. I soldi dovrebbero arrivare dall'aumento dell'aliquota sui guadagni di Borsa, dalla lotta all'evasione e dal contenimento della spesa. Si tratta però di fonti caratterizzate da grande incertezza. La Borsa non brilla e l'aumento del prezzo del petrolio rischia di avere effetti negativi sull'economia rallentando la crescita. Insomma il governo non intende fare il passo più lungo della gamba e vuole procedere per gradi. Così la trattativa vera e propria con i sindacati comincerà a fine mese e dovrebbe articolarsi su diversi tavoli: i salari, la riforma del sistema contrattuale e la produttività, prezzi e tariffe. Le ipotesi di intervento vanno dalla detassazione degli aumenti, a interventi sull'Irpef all'aumento degli assegni familiari. L'obiettivo del governo è quello di concentrare l'attenzione su pochi interventi a alto impatto in termini di popolarità e evitare di disperdere le risorse in mille rivoli. Anche al vertice di maggioranza di ieri però il governo non ha scoperto le carte. La riduzione dell'aliquota fiscale dal 23% al 20% ha già incassato il no del sindacato che vede in questa misura un'agevolazione più che altro per il lavoro autonomo. Intanto si vogliono stringere i tempi per far ripartire alla Camera l'esame del ddl sulle rendite finanziarie in cui la maggioranza punta a reintrodurre l'aliquota unica al 20%. È probabile che sarà la prossima conferenza dei capigruppo, il 18 gennaio, a mettere a punto il calendario di gennaio e a inserire quasi immediatamente il provvedimento all'ordine del giorno dell'aula. La relatrice Donatella Mungo di Rifondazione azzarda uan previsione: «se non ci saranno emergenze particolari che impegnano il Parlamento, potremmo arrivare in contemporanea, a marzo, con il varo del provvedimento alla Camera e il secondo round di concertazione con i sindacati».