Dopo Ruini, Bagnasco. L'appoggio alla campagna del Foglio ...

Bagnasco infatti, con una intervista al Corriere della Sera, fa un passo avanti nella strategia della Cei sulla legge sulla interruzione di gravidanza: se dopo la vittoria nel referendum sulla procreazione assistita era chiaro che la richiesta di revisione della 194 non era più un tabù per i vescovi, da ieri il netto sostegno all'iniziativa di Giuliano Ferrara dice che tutto è pronto per proseguire su questa strada. Nella Cei non sono del tutto convinti che ci siano le condizioni per giungere sia a una moratoria che a migliorare la legge 194, ma sono comunque sicuri che valga la pena combattere questa battaglia. Bagnasco osserva che la proposta di moratoria è «lodevole perché rappresenta un chiaro e forte richiamo all'attenzione degli Stati circa la tutela e la promozione della vita umana, come è accaduto per la moratoria sulla pena di morte». Il vescovo ritiene che se non si arrivasse alla moratoria, questa iniziativa resti comunque «occasione per mettere un vero impegno a tutti i livelli così da favorire l'applicazione di quelle parti della legge 194 che promuovono la vita del nascituro». Nella sostanza Bagnasco è in armonia con Ruini, anche se questi è più esplicito». Il primo a lanciare l'idea di una moratoria dell'aborto comunque era stato il cardinale Renato Raffaele Martino. Intanto continuano le reazioni del mondo politico: Lorenzo Cesa, segretario Udc, ritiene «opportuno riaprire dibattito sulle modifiche alla 194» e Isabella Bertolini di FI ritiene «condivisibile» la posizione di Bagnasco. Per Carlo Giovanardi (Udc) il problema non è la 194 ma «la deriva verso forme di selezione eugenetica o addirittura di infanticidio quando si vogliono sopprimere neonati già interamente formati che i progressi della medicina possono far vivere». Sulla stessa linea Marco Rizzo, coordinatore nazionale del Pdci e il deputato verde Tommaso Pellegrino. «La 194 - sostengono - funziona e bisogna dire no allo stato confessionale».