Berlusconi manda segnali ai dissidenti del centrosinistra L'Udc punta sui teodem

Sono in molti però a dubitare che il leader di Forza Italia abbia veramente dei senatori pronti a passare armi e bagagli con il centrodestra. L'annuncio di Berlusconi potrebbe invece essere un messaggio a quei settori del centro insoddisfatti della politica di Prodi, una mossa di una partita a poker molto più lunga. Una sorta di avvertimento: «O adesso o mai più, noi siamo disponibili ad accogliervi». Questa è, per esempio, l'idea di Savino Pezzotta: «Credo che in questo momento non ci sia nulla di reale, si tratta di vere e proprie "bufale" ? spiega ? In questo momento Berlusconi sta giocando una partita di cui ancora non si conosce la fine». E sulla stessa lunghezza d'onda c'è anche l'Udc. O almeno alcuni settori del partito vicino a Mario Baccini: «Passaggi da una parte all'altra? In questo momento è impossibile. Il Cavaliere sta bluffando, ha lanciato una provocazione e sta aspettando di vedere che cosa succede». Anche perché i maggiori indiziati, da Domenico Fischella a Willer Bordon, da Roberto Manzione a Paola Binetti, non hanno alcuna intenzione di passare direttamente con Forza Italia. Più facile magari un passaggio nel gruppo Misto e da lì un periodo di «decantazione» per capire che cosa succede. E qui torna in gioco di nuovo Savino Pezzotta. Il movimento che ha in mente di costruire l'ex sindacalista potrebbe essere una potente calamita per tutti gli «scontenti» del centro. Un approdo che consentirebbe un passaggio «indolore» dal centrosinistra a un'area moderata senza il pericolo di esporsi a critiche violente. Di sicuro con Savino Pezzotta sta «flirtando» l'Udc, nel tentativo di costruire una formazione che vada oltre l'attuale partito di Pier Ferdinando Casini. Ma proprio con l'ex Presidente della Camera ci sono i problemi più difficili da risolvere. «Ho parlato con lui nei giorni scorsi ? confida Pezzotta ? ma sinceramente non capisco che cosa voglia fare, che progetto ha in mente». Così i rapporti più stretti ci sono con Mario Baccini, vicepresidente del Senato e «animatore» insieme a Bruno Tabacci del «Manifesto di Subiaco» che ipotizza proprio un superamento dell'Udc verso un partito che raccolga tutto il mondo dei cattolici e dei moderati. Un progetto a cui i due esponenti centristi credono così tanto da aver addirittura criticato, su una rivista online al loro vicina «Moderatamente.com» le indecisioni di Pier Ferdinando Casini. Intanto il primo banco di prova per la maggioranza sarà il voto di domani a palazzo Madama sulla mozione presentata dal centrodestra per togliere le deleghe al viceministro Vincenzo Visco sulla Guardia di Finanza, dopo la vicenda che ha coinvolto l'ex comandante delle Fiamme Gialle Roberto Speciale. Difficile, se non impossibile, che qualcuno decida di schierarsi con il centrodestra. Una tentazione che non attrae più neppure gli esponenti dell'Italia dei Valori. Ma potrebbero essere significative le eventuali assenze nella maggioranza. Ad esempio se Lamberto Dini decidesse di non partecipare al dibattito sarebbe già un segnale. A Prodi e a Berlusconi. politico@iltempo.it