La maggioranza divisa sulle unioni di fatto

Così, il capogruppo dell'Udeur alla Camera dei Deputati, Mauro Fabris, ha affermato che «monsignor Bagnasco giustamente ribadisce la posizione della Chiesa sulle unioni di fatto. E questa non può essere certo definita una invasione di campo. Le indicazioni del Presidente della Cei sono per noi validi indirizzi, che ripropongono al mondo politico la dottrina sociale della Chiesa». Fabris, commentando la prolusione del neo-presidente dei vescovi italiani, ha detto: «Abbiamo condiviso il pensiero del cardinale Ruini e siamo felici che Bagnasco continui su questa linea. Per quanto ci riguarda ribadiamo che alla Camera e al Senato voteremo contro i Dico. Nella semplicità e nella chiarezza che lo ha sempre contraddistinto - aggiunge l'esponente Udeur - Bagnasco ribadisce il pensiero della Chiesa sulle unioni che vanno oltre il matrimonio. Non si vuol limitare la libertà di alcuno - sostiene Fabris - ma sia chiaro, come affermato anche dal neo presidente della Cei, che matrimonio e unioni di fatto non possono essere messi sullo stesso piano. Le preoccupazioni della Cei sono pastorali e non politiche - conclude l'esponente Udeur - e sarebbe assurdo voler tappare la bocca a vescovi e pastori». Ovviamente, il segretario dello Sdi Enrico Boselli si mette di traverso, ogni volta che ascolta la voce di un prelato. E ieri ha detto: «Con la sua ultima dichiarazione contro i Dico il presidente della Cei Bagnasco si allinea con la posizione del suo predecessore, cardinale Ruini, e conferma che la gerarchia ecclesiastica italiana, pur d'imporre le proprie tesi, utilizza ormai tutti i mezzi, dal referendum alla mobilitazione di piazza sino alla esplicita pressione sui parlamentari cattolici». Inoltre, per Boselli, «nessuno può, né deve cercare di impedire che i vertici della Chiesa cattolica facciano politica, ma da questi comportamenti si evidenzia sempre più il superamento di fatto del Concordato». E «da parte di chi, credente o non, ha a cuore la difesa della laicità dello Stato, e penso innanzi tutto a Fassino e ai DS che dovrebbero stare in prima linea, non si può rispondere - ha concluso Boselli - con balbettii e arzigogoli ma, senza avere esitazioni, reagire con parole chiare e nette come si fece tutti insieme all'epoca dell'introduzione della legge sul divorzio e di quella sull'aborto». Il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena, da parte sua, ha ribadito che «gli interventi delle gerarchie ecclesiastiche sulle scelte del parlamento italiano sono ormai continue, martellanti e sempre più ultimative. Nessuno mette in discussione il diritto della Chiesa, nel suo alto magistero, a esprimersi liberamente su ogni argomento. Ma cercare di condizionare pesantemente le scelte del legislatore è tutt'altro discorso, tale da mettere in discussione lo stesso Concordato». L'ulivista Franco Grillini, già presidente dell'Arcigay, ha sostenuto che «anche il nuovo presidente della Cei, in perfetta continuità con il predecessore Ruini, prosegue nella polemica contro una legittima proposta del governo e contro i diritti dei cittadini conviventi come uno sconfortante disco rotto. Visto il clima non proprio primaverile di questi giorni si potrebbe dire 'piove sul Bagnasco'». Per l'opposizione, apprezzamento per l'intervento di Bagnasco da parte - tra gli altri - dell'onorevole Riccardo Pedrizzi, presidente nazionale della Consulta etico-religiosa di AN, responsabile nazionale per le politiche della famiglia e membro dell'esecutivo politico nazionale del partito.