Angela Merkel, accompagnata dal marito, e Chirac protagonisti delle celebrazioni

L'abbondante libagione aveva il dovere di far dimenticare al premier le tristi sorti del suo governo. Ma la scena, a Berlino, in occasione delle celebrazioni indette per festeggiare i cinquant'anni della firma dei «Trattati di Roma», è stata tutta dedicata al cancelliere tedesco Angela Merkel (insieme al marito Joachim Sauer) e al presidente - uscente - della repubblica francese Jacques Chirac. Le rigide norme protocollari e di cortesia che regolano i grandi vertici internazionali hanno obbligato lo schivo professore Sauer a fare gli onori di casa: e pensare che due anni fa non partecipò neanche al giuramento della moglie, e oggi sarà costretto a presenziare al pranzo all' Hotel de Rome, unico uomo insieme alle 26 'first lady' del vecchio continente. La situazione si invertirà la sera quando la moglie sarà l'unica esponente del gentil sesso presente tra 26 uomini. Gli unici tre capi di Stato donne, la finlandese Tarja Halonen, la lettone Vaira Vike-Freiberga e l'irlandese Mary McAleese, hanno preferito declinare l'invito e hanno inviato a Berlino i loro premier. Ed è bene sottolineare che a Berlino, nonostante gli «appelli» per realizzare una vera parità tra uomini e donne, sono pochissime le rappresentanti delle istituzioni: tra queste, Cristiana Muscardini, presidente del gruppo Unione Europa delle Nazioni al Parlamento Europeo. Ma alle celebrazioni ufficiali si sono sovrapposti gli incontri del Ppe, il Partito popolare europeo, e del Pse, il Partito socialista europeo. I partecipanti al primo non hanno dedicato neanche una parola alla Costituzione europea nel testo dei popolari, quelli del secondo puntano sulla necessità di un nuovo Trattato. Grazie al premier olandese Jan Peter Balkenende, i popolari osservano che «alla luce dell'allargamento la Ue deve migliorare le sue capacità di azione, rafforzare la solidarietàtra gli Stati membri». E inoltre, «la Ue ha bisogno di più democrazia, trasparenza ed efficacia e da qui alle elezioni del 2009 dobbiamo mostrare ai cittadini che noi possiamo raggiungere i nostri obiettivi». Una divaricazione forte, confermata anche dal segretario dei Ds Piero Fassino che ha partecipato ai lavori del Pse: «Noi siamo molto più nettamente favorevoli alla nascita di un Trattato costituzionale ambizioso rispetto ai popolari. Inoltre - ha spiegato - noi siamo contrari ad una soluzione minima, all'ipotesi di un mini-trattato, mentre il Ppe è diviso su questo come dimostra la distanza che c'è tra Angela Merkel ed altre forze popolari». Ancora più evidente la lontananza ideologica sulla richiesta vaticana di inserire un richiamo alle radici cristiane nel futuro testo costituzionale, evidente nella dichiarazione del Ppe, completamente assente nel documento Pse. Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato la necessità di un nuovo accordo di partenariato con l'Unione europea. In un articolo che appare oggi sull'edizione domenicale della Frankfurter Allgemeine Zeitung, il leader del Cremlino afferma che la Russia ha preso la decisione di sviluppare ulterormente i rapporti con la Ue. L'avvio del negoziato fra Mosca e Bruxelles è tuttavia bloccato da un veto della Polonia, che contesta l'embargo russo sull'import di carne polacca. Il negoziato dovrebbe conunque partire sotto la presidenza di turno tedesca della Ue, che termina a fine giugno. Nel contributo per la Frankfurter Allgemeine, Putin ha detto al tempo stesso che la Russia non aspira a entrare nell'Unione europea. «Non abbiamo l'intenzione nel breve periodo nè di entrare nella Ue nè di creare istituzioni comuni», ha affermato Putin. politico@iltempo.it