PACIFISTI in piazza oggi a Roma.

«La trattativa con quelle componenti della resistenza afghana che tengono prigioniero Daniele Mastrogiacomo procede e ci auguriamo che il giornalista venga presto liberato. Ma la via delle trattative - dicono i movimenti pacifisti - andrebbe estesa a tutto il conflitto: e il governo dovrebbe essere in prima fila, chiedendo l'immediata cessazione della guerra da parte delle truppe Nato e ritirando, come unico segnale giusto in tale direzione, le truppe italiane ora». Il corteo partirà alle 15 da Piazza della Repubblica e si concluderà a Piazza Navona. Le parole d'ordine saranno «via subito dall'Afghanistan e dagli altri fronti di guerra», «chiusura della basi Usa e Nato», «no alle spese militari», «sostegno alla resistenza delle popolazioni in lotta, da Vicenza ai Paesi invasi e occupati». Il corteo sarà aperto dallo striscione Ritirare le truppe, chiudere lebasi». Poi, però, si affrettano a far sapere gli organizzatori, ci sarà anche uno striscione che chiederà «la libertà del popolo afghano e per Daniele Mastrogiacomo». L'obiettivo dichiarato esplicitamente è convincere i senatori a votare «no» il prossimo 27 marzo al decreto di rifinanziamento della missione in Afghanistan. Hanno aderito proprio quei parlamentari dell'Unione, Turigliatto, Rossi e Cannavò, che hanno votato contro la politica estera del governo Prodi contribuendo alla crisi. La manifestazione indetta nella giornata internazionale contro la guerra vedrà il movimento pacifista in piazza anche in Grecia, Spagna, Stati Uniti e Gran Bretagna. Ed è quello che afferma Marco Ferrando, del movimento del partito comunista dei lavoratori: «Milioni di pacifisti non hanno sfilato per anni contro le missioni di Berlusconi per rivotare le stesse missioni sotto Prodi. Chiamiamo tutti i militanti onesti delle sinistre di governo e tutti i coerenti pacifisti a rompere con i partiti che voteranno la guerra». La prossima settimana, poi, a Chianciano si terrà il convegno organizzato dal Comitato per l'Iraq libero che ospiterà anche esponenti della resistenza afghana. Tra i relatori, Jabbar Al Kubaisi, personaggio entrato nelle cronache durante i sequestri degli italiani in Iraq. interni@iltempo.it