La Cdl: la droga si combatte con la nostra legge

Ruggisce il centrosinistra, che ora si affida al Consiglio di Stato. La sospensione del provvedimento che raddoppia la dose di droga che è legale detenere divide il mondo politico in favorevoli e contrari, com'era prevedibile. «Quella del Tar mi sembra una decisione corretta perchè il raddoppio del limite della cannabis detenibile per uso personale, voluto dal ministro Livia Turco, è stata una sorta di manifesto politico-ideologico senza nessun supporto di tipo scientifico - osserva Carlo Giovanardi (Udc) - Il governo avrebbe fatto meglio a consultarsi sulla materia con il Parlamento, che ha criticato quella scelta sia da parte di esponenti dell'opposizione che della maggioranza». Per il presidente dei senatori forzisti Renato Schifani: «La decisione del Tar deve rappresentare un monito per questo debole governo. Aver privato il Parlamento dell'esercizio delle sue funzioni su una materia così delicata è stato un grave errore, nel merito e nella forma. Ci auguriamo che ora il ministro si fermi a riflettere e ne tragga le necessarie conseguenze». Il capogruppo di An Al Senato Altero Matteoli sottolinea che «l'ordinanza del Tar è una chiara sconfessione dell'operato del ministro della Salute, che firmò un decreto di natura politica e ideologica, contenente norme discrezionali non supportate da una necessaria istruttoria tecnica. Adesso il ministro deve trarne le conseguenze». Per l'ex ministro della Salute Francesco Storace «Turco, bocciata dal Tar, dovrebbe andare a casa». Secondo Maurizio Gasparri (An) «il Tar, sospendendo il decreto ha dimostrato come fosse assurda e sbagliata la scelta del Governo. La decisione del Tar - aggiunge - ci conforta e dimostra che la lotta alla droga deve proseguire con l'applicazione della legge Fini. Una normativa che consente la prevenzione ed il recupero per i tossicodipendenti e che contrasta lo spaccio». Per il ministro della Solidarietà Sociale la sospensiva del Tar richiede «l'avvio di una rapida discussione sulla nuova legge sulla lotta alle droghe». Paolo Ferrero è d'accordo con la Turco sulla necessità di impugnare il provvedimento. «L'emergenza creata dall'aumento dell'uso di sostanze dannose per la salute, da un lato, e la sospensione del Tar del Lazio che blocca il decreto sull'aumento della soglia della quantità massima di cannabis consentita, ripropongono l'urgenza - spiega il ministro - di avviare un intervento coordinato nella lotta alla droga». Il senatore dei Ds Guido Calvi osserva che «ha ragione il ministro Turco a dire che rispetta tutte le sentenze. Ciò non toglie che una cosa è il rispetto dell'efficacia delle sentenze, altra cosa è invece il dovere di critica severa e rigorosa contro sentenze che appaiono errate. Non vi è dubbio - sottolinea Calvi - che il Tar, allorquando afferma che il ministro non ha potere politico di scelta in ordine all'individuazione dei massimi delle sostanze stupefacenti che possono essere detenute senza incorrere nelle sanzioni penali, commette non solo un grave errore giuridico, ma valica i limiti del suo sindacato di giurisdizione e interviene in una sfera affidata indubbiamente alla discrezionalità politica e del governo. Assai opportuna è la dichiarazione del ministro Turco che preannunzia un ricorso al Consiglio di Stato che certamente non potrà non recepire l'infondatezza dell'argomentazione tecnico-giuridica del Tar». Secondo Calvi, «l'esultanza della destra che si compiace in modo così sguaiato e plateale non potrà che essere di breve durata».