Tra i Paesi occidentali

Un salto in avanti lo abbiamo fatto con la nostra partecipazione a Unifil in Libano. E siamo il paese occidentale con il maggior numero di «caschi blu»: 2800 rispetto ai 2400 della Francia, agli 800 della Polonia, ai 370 del Regno Unito e ai «soli» 340 degli Stati Uniti d'America. Un contributo che lieviterà ulteriormente a febbraio, quando assumeremo il comando della missione Unifil. La partecipazione del nostro Paese alle attività di mantenimento della pace ruisponde sostanzialmente a due esigenze: alleviare le sofferenze delle popolazioni coinvolte in guerre e guerriglie e contenere i focolai di crisi, evitando tra l'altro conseguenze negative sulla nostra stessa sicurezza. Per non parlare del fatto che, questi interventi sono indispensabili per sostenere e accrescere la nostra credibilità internazionale. Un ruolo, quello italiano, che è destinato a crescere insieme con quello dlel'Ue. I primi sei mesi dello scorso anno, infatti, hanno visto l'avvio di nuove missioni guidate dall'Unione Europea di natura civile e militarecon compiti che prevedono, oltre al peace-keeping, il monitoraggio dell'attuazione dei processi di pace, la consulenza e l'assistenza nei settoti militare, di polizia, di controllo dlele frontiere e di verifica dello stato di diritto. Un aumento del livello di attività della Comunità che l'Italia ha attivamente sostenuto con risorse umane e finanziarie e che, a sua volta, ha contribuito a incrementare la visibilità e l'efficacia dell'azione dell'Unione nel mondo. Un modo, insomma, di porsi in positiva competizione con il ruolo svolto finora dagli Usa.