Anche i sottosegretari si invitano

Un riferimento calcistico per esternare tutta la sua insoddisfazione quello di Alfonso Gianni, di Rifondazione Comunista, che critica duramente l'esclusione dei sottosegretari dal conclave governativo di Caserta e scrive a tale proposito una lettera al ministro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata. Gianni, sottosegretario allo Sviluppo economico, rivela che quella di giovedì è la seconda lettera che manda al collega di governo. «Per l'undici e il dodici gennaio (data dell'appuntamento del vertice unionista di Caserta) non vengono invitati i sottosegretari - spiega - come invece sarebbe stato logico e non si farà neppure in tempo a fare con loro quel giro di consultazioni per vedere quali temi possano essere oggetto di discussione a Caserta. Non si può considerare la compagine di governo come circoscritta ai soli ministri, che possono portare al seminario solo un collaboratore». «Trattandosi di una discussione programmatica - continua Gianni - non vincolata a scadenze temporali immediate come, per esempio la Finanziaria, ma che riguarda invece l'agenda per tutto il 2007, sarebbe stata necessaria una discussione più collegiale. A questo punto non vedo cosa ci stiamo a fare. Forse - conclude il sottosegretario allo Sviluppo economico con una battuta - dobbiamo pensare, noi sottosegretari, se non sia il caso di riunirci per discutere i problemi della categoria». Dall'incontro campano erano stati esclusi anche i segretari di partito. Ma poi è stato deciso che questi parteciperanno al «conclave governativo». Lo ha deciso Romano Prodi giovedì al termine di una giornata di lavoro a Bologna con il ministro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata e con il titolare dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Nelle scorse settimane c'era stato il pressing della Quercia perchè all'appuntamento di Caserta partecipassero anche i segretari della coalizione, inizialmente esclusi dall'iniziativa. Le obiezioni dei Ds erano chiare: è difficile, era il ragionamento, trovare un'intesa sulla riforma previdenziale o sulle liberalizzazioni ad un tavolo al quale non siedono i leader di Rifondazione comunista o dei Comunisti italiani, Franco Giordano e Oliviero Diliberto. Un'obiezione che era sembrata ragionevole anche a diversi ministri. E che deve aver fatto breccia anche nelle riflessioni del presidente del Consiglio.