Il parallelismo

Il fatto è che, secondo il sacerdote genovese, il confronto che si è instaurato sul tema della legge elettorale è focalizzato ad un obiettivo futuro: il dopo Prodi. Per questo Baget Bozzo coglie un parallelismo tra il referendum sulla riforma elettorale e il «patto della crostata». L'accordo che fu siglato, nel 1997 a casa di Gianni Letta tra Pds e Ppi da una parte, Forza Italia ed An dall'altra. Allora l'accordo rimase senza esito. Il governo Prodi cadde per «colpa» di Rifondazione Comunista e, nonostante il tentativo della Bicamerale, il dialogo tra i Poli si interruppe bruscamente. Oggi non è chiaro cosa succederà. Anche se Don Gianni Baget Bozzo ha una propria idea e lo scrive in un articolo sull'Avanti in edicola oggi. «Il solo fatto che si sia proposto il tema del referendum con un consenso delle forze maggiori dei due schieramenti - scrive - indica quell'avvicinamento tra D'Alema e Berlusconi che è stato l'ossessione della sinistra nella legislatura iniziata nel 1996: il "patto della crostata" che avvenne in casa di Gianni Letta aveva proprio per oggetto - prosegue Baget Bozzo - un sistema elettorale pensato per il consenso dei quattro maggiori partiti». Insomma, secondo il sacerdote genovese, l'obiettivo del referendum è l'accordo tra Ds e Dl da un lato, Fi, An e Lega dall'altro. Dopotutto sono proprio questi i partiti che si sono mossi verso una semplificazione dello scenario politico. Per Baget Bozzo, infatti, il referendum «è evidentemente indice dell'evoluzione del centrodestra verso il partito della libertà e del centrosinistra verso il partito democratico». Insomma, in attesa di sapere come sarà la nuova legge elettorale, anche il politologo azzurro conferma la tesi predominante: i piccoli avranno il loro bel da fare per cercare di sopravvivere.