An e FI bocciano Romano

L'unico che, pur attaccando il premier, ha fatto una cauta apertura al premier è stato il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa: «Prodi ha perso l'occasione per assumere impegni concreti sul futuro dell'Italia a cominciare dalle grandi questioni sociali evocate dal Dpef e al centro del dibattito politico: le liberalizzazioni e la riforma previdenziale. L'unico ragionamento che ha svolto e sul quale l'Udc è disponibile a un approfondimento è quello relativo alla legge elettorale, su cui sarà necessario trovare una convergenza tra la maggioranza e le opposizioni a partire dall'ipotesi del sistema elettorale tedesco». Duro il deputato di An Maurizio Gasparri: «Romano Prodi fa lo slalomista dribblando i problemi che palesemente il suo sgangherato governo non è in grado di affrontare. Invece di distinguere tra le presunte diversità, tra le opposizioni, farebbe meglio a prestare attenzione alle vistose divergenze che emergono nella sua compagine. È chiaro che sulla missione in Afghanistan, sulle pensioni, sulla famiglia, la sua armata Brancaleone si presenta divisa e confusa». Per il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani «dopo la conferenza stampa di oggi gli italiani non avranno più dubbi: altri sei mesi con Prodi a palazzo Chigi e l'Italia sarà definitivamente in ginocchio», mentre il leghista Roberto Calderoli mette l'accento sulle promesse non rispettate dal Presidente del consiglio: «Mentire, mentire e mentire. Il 2007 descritto per il Paese da Prodi rappresenta una sorta di Alice nel paese delle meraviglie, visto che finora tutto quanto ha dichiarato il premier sul programma elettorale, su Telecom, sulle tasse è stato puntualmente e invariabilmente smentito dalla storia». Infine Andrea Ronchi, portavoce di Alleanza Nazionale: «La svolta di Prodi gli italiani già l'hanno vista con un governo che con la Finanziaria ha messo più tasse per tutti gli italiani, bloccando qualsiasi politica per lo sviluppo».