Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

LA BATTAGLIA dei voti è ben lontana dall'esaurirsi, molti mesi dopo la notte elettorale.

default_image

  • a
  • a
  • a

Il presidente di Forza Italia lascia la residenza-ufficio di Palazzo Grazioli e si rifiuta di rispondere alle domande dei giornalisti. «L'unica cosa da notare», dice però l'ex premier (che dalle colonne di un quotidiano aveva ringraziato in una lettera i romani per la manifestazione organizzata il 2 dicembre, dicendosi inoltre certo che il governo di Romano Prodi «imploderà prima della fine della legislatura sotto il peso delle sue contraddizioni»), «sono le assolute irregolarità capitate nel voto per gli italiani all'estero». E ancora: «non si può in una democrazia assegnare una maggioranza per 24 mila schede che sono lo 0,6 per mille». Il Cavaliere fa riferimento ad un articolo pubblicato su "La Stampa" che ricostruisce il resoconto del presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero, Claudio Fancelli, alla giunta per le Elezioni del Senato. Secondo l'articolo, il magistrato avrebbe parlato di «urne farsa» e della necessità di ripetere il voto estero. Dichiarazioni su cui ieri sera è arrivata una precisazione dello stesso magistrato: «Pur essendo stato critico sulla legge sul voto degli italiani all'estero, auspicandone la riforma, non ho mai affermato che lo scrutinio fosse stato una farsa e che il voto fosse da ripetere», ha detto Fancelli. Ma Berlusconi non demorde: «Abbiamo il convincimento che abbiamo vinto noi: quindi bisogna ricontare tutte le schede, perchè non si può in una democrazia assegnare una maggioranza per 24mila schede che sono lo 0,6 per mille». La reazione della maggioranza non si fa attendere. Clemente Mastella ricorda al leader della Cdl che «negli Stati Uniti il suo amico Bush ha vinto per appena trecento voti». Una polemica, taglia corto il ministro della Giustizia, «che non aiuta certo la democrazia e non contribuisce a rasserenare gli animi». Decisamente più dure le risposte degli altri partner del centrosinistra. «Berlusconi prosegue la sua inaccettabile campagna di delegittimazione e destabilizzazione», è il commento del segretario dei comunisti italiani, Oliviero Diliberto che chiede anche una commissione parlamentare di inchiesta sulla vicenda. Ancora più duro Antonello Soro: «Delirante. Non c'è altra definizione per lo stato attuale del Cavaliere», afferma il coordinatore della Margherita, che accusa Berlusconi di «leggerezza istituzionale e di disprezzo per le regole». L'ex premier, suggerisce il verde Pecoraro Scanio, «si rassegni: ha perso le elezioni». Mentre il collega di partito, Paolo Cento, accusa il Cavaliere di «delegittimare le elezioni». Per Enrico Boselli, leader dello Sdi, «con questi argomenti propagandistici non solo si ostacola il confronto tra maggioranza e opposizione, ma si rende un pessimo servizio alla nostra democrazia». Forza Italia, di fronte agli attacchi del centrosinistra, fa quadrato intorno al suo leader. Il capogruppo alla Camera, Elio Vito, parla di «attacchi ingiustificati» che dimostrano solo «il gran nervosismo che serpeggia nell'Unione». E Fabrizio Cicchitto parla di «rilevanti irregolarità» nel voto degli italiani all'estero. Rassegnato, invece, il leghista Roberto Calderoli: «Le elezioni ormai sono passate e nulla di quel risultato potrà essere modificato». «Solo la storia potrà giudicare se ci sia stato un altro colpo di Stato».

Dai blog