Sarà più difficile l'approvazione Si riduce lo scarto tra i due Poli

Tant'è che il presidente del Senato Franco Marini ha detto che la Manovra non uscirà da Palazzo Madama nella stessa versione in cui è entrata. Non solo. I contrasti questa volta potrebbero diventari letali per la maggioranza. Le dimissioni del senatore a vita Cossiga rischiano di compromettere il fragiole equilibrio su cui può contare la maggioranza. E i cambiamenti della Manovra ci sono già stati a livello di entità. Dalle tabelle consegnate dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa alla commissione bilancio del Senato emerge che la Manovra è di 35,4 miliardi, 700 milioni in più rispetto ai 34,7 miliardi di quella presentata dal governo alla Camera. A far lievitare la manovra sono gli interventi per lo sviluppo che sono passati da 7 miliardi a 7,7 miliardi. In particolare si tratta di interventi su trasporti, ricerca, cultura e territorio per 380 milioni. Inoltre salgono di 200 milioni gli interventi di carattere sociale per il lavoro. Al ministero della Difesa vengono ridotti gli stanziamenti di 60 milioni e agli assegni familiari vanno 470 milioni in meno compensati però da una riduzione dell'Irpef per 480 milioni. Le risorse in più vengono da ulteriori tagli alla pubblica amministrazione e 500 milioni dall'azione di accertamento e controllo sulle entrate. Diminuisce per 300 milioni il gettito previdenziale a causa di un minor incremento dei contributi per gli apprendisti. Ieri Padoa Schioppa è tornato a difendere la Finanziaria frenando sull'ipotesi di riduzione delle tasse. «L'operazione non può essere fatta immediatamente nonostante il buon andamento dell'economia». Secondo il ministro, la Finanziaria rappresenta «uno sforzo che ci possiamo permettere che serve a rimettere a posto i conti», e la retorica del lacrime e sangue, è quindi «eccessiva». Anche il viceministro all'Economia, Roberto Pinza è dell'idea che «è giusta la tesi di chi afferma che da un miglioramento delle entrate tributarie debba derivare una riduzione delle aliquote, ma è bene aspettare che l'andamento delle entrate si sia consolidato, senza prefissare termini di scadenza troppo angusti». Le critiche alla Manovra non arrivano solo dall'opposizione. Anche nella maggioranza la sinistra radicale è pronta a dare battaglia. Tant'è che il presidente del Senato Marini si dice sicuro che la Finanziaria «non uscirà come è entrata» e si augura che «su alcune questioni siano possibili delle intese». I problemi in Senato non vengono solo dall'opposizione. Rifondazione ha minacciato di non votare la Manovra se non sarà trovata una soluzione per i docenti precari e sta facendo pressing per abolire i ticket e avere maggiori risorse per la ricerca. Su questo tema è intervenuto anche il presidente della Repubblica Napolitano che ha sottolineato l'importanza di destinare risorse alla ricerca scientifica. Intanto sono in arrivo novità da inserire nella Finanziaria. Un emendamento del governo prevede un incentivo fiscale alle fusioni tra piccole e medie imprese sotto forma di una forte riduzione fiscale sui maggiori guadagni che emergeranno dopo il matrimonio. Non saranno tassati parte degli incassi delle imprese che, attraverso la fusione, riusciranno a diventare più competitive e quindi ad ottenere maggiori risultati. La norma pro-competitività non sarà la sola. Molto probabilmente sarà accompagnata da un pacchetto di misure fiscali per favorire le aggregazioni nel mondo imprenditoriale. Il meccanismo individuato consentirà però di evitare false fusioni, finalizzate solo ad avere sconti fiscali. Per ottenere benefici le nozze dovranno dare maggiori profitti, creare cioè un miglioramento reale. Sarà un incentivo a fare meglio che il fisco premierà rinunciando a parte dei propri guadagni. Il sottosegretario all'Economia Alfiero Grandi ha detto che «la piccola dimensione delle imprese è una limite alla competitività. Si tratterà di un incentivo fisca