Cicchitto (Forza Italia): «Dalla piazza la protesta arriverà a Palazzo Madama»

Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, non ama usare il termine spallata ma è convinto che la manifestazione avrà conseguenze sul piano politico. Quale sarà il significato dell'appuntamento del 2 dicembre? La piazza non è il luogo tradizionale in cui si esprime la contestazione del centrodestra. «La manifestazione più che decisa dai partiti è stata richiesta dalla gente, dal nostro elettorato ma anche da persone che hanno votato Prodi e ne sono rimaste deluse. C'è un rigetto che viene dal Paese più che dall'opposizione parlamentare». Ma credete ancora nella spallata al governo? «Il termine spallata non lo abbiamo mai usato, è improprio perchè crea aspettative che non sono adeguate. È in Parlamento che si verifica se un governo ha la maggioranza o no. La manifestazione serve a far capire che questo governo non ha più maggioranza ma c'è un malessere profondo. Mentre la sinistra ha fatto migliaia di manifestazioni per noi è una cosa rara. Abbiamo avuto una Finanziaria che ha colpito una molteplicità di ceti, anche pezzi del sistema di potere dei Ds e della Margherita. D'Altra parte è nella normalità della dialettica che un'opposizione si esprima oltre che in Parlamento anche in piazza. Non esiste una conseguenzialità tra manifestazione e equilibri politici ma serve a far capire l'atmosfera che c'è nel Paese». Se la piazza non servirà a dare la spallata a Prodi, quale segnale politico volete dare? «La manifestazione è contro il governo Prodi e la Finanziaria. Siccome sappiamo che gran parte di quello che si fa in Parlamento la gente non lo conosce, con la manifestazione vogliamo far vedere che la nostra è un'opposizione reale. I media dicevano che non c'era vera opposizione. Ora vogliamo far vedere che i partiti della Cdl si fanno sentire nel Paese». Che affluenza prevedete per il 2 dicembre? «Difficile prevedere la partecipazione spontanea che sarà certamente molto elevata. Quella organizzata sarà di circa 150.000 persone». Non peserà a livello politico la defezione dell'Udc? «Si sono dette tante cose sulla manifestazione separata dell'Udc a Palermo. L'Udc non passa dall'altra parte, punta a ritagliarsi una posizione autonoma nell'opposizione. Secondo noi è un errore perchè esistono momenti anche corali ma non va drammatizzato nè demonizzato questo atteggiamento. L'importante è il voto compatto in Parlamento e la solidarietà di fondo. Non abbiamo intenzione di aprire polemiche nei confronti dell'Udc». Ma in questo modo l'Udc non mette in discussone in modo palese la leadership di Berlusconi? «L'Udc questa riserva l'ha manifestata da tempo. Forza Italia, la Lega e An hanno un parere diverso e le elezioni hanno messo in evidenza con Forza Italia al 24% che Berlusconi mantiene la leadership. Peraltro proprio l'organizzazione dell'evento del 2 dicembre ha confermato il ruolo trainante di Berlusconi. La situazione è chiara dopodichè ognuno resta del proprio parere». I segnali di irrequietezza non vengono solo dall'Udc. Anche la Lega ha parlato di appoggio esterno alla maggioranza se si parlerà di federalismo. Non vi preoccupa? «Non esiste l'appoggio esterno della Lega. C'è un sistema mediatico che tende a creare fatti politici. La stampa ha scritto che l'Udc sarebbe pronta a lasciare la Cdl, poi ha parlato dell'appoggio esterno della Lega ma la realtà ha dimostrato che la Cdl è compatta contro il governo Prodi. Quanto alla Lega è sempre molto radicale nell'opposizione. È anche vero che il partito di Bossi vuole marcare la sua identità. Ma non c'è niente di strano». Cosa vi aspettate dalla votazione in Senato della Finanziaria? «In Senato ogni votazione ha la sua storia. Il malcontento contro la Finanziaria sta crescendo e bisogna vedere che sbocco politico avrà. Una prima conseguenza l'abbiamo vista con il passaggio del partito dei pensionati che ha 300 mila voti, dal centrosinistra alla Cdl. Non c'è stata nessuna compravendita ma solo il rigetto per come la maggioranza