Grandi manovre

Stamattina, per la precisione. «Sì, dovevo vedere Fini a via della Scrofa. Ma poi l'incontro non è stato confermato per impegni relativi alla Finanziaria. Ma solo per quello», racconta Pino Rauti. Insomma, la grande pace - dopo undici anni di rottura - della destra si sarebbe dovuta consumare oggi. A sentire ovviamente il vecchio leader del Msi (e di Ordine nuovo). A via della scrofa smentiscono decisamente. «Se lo sa Fini si fa una grande risata», commenta un uomo vicino al leader di An. Di certo la manifestazione del 2 dicembre ha messo in moto l'estrema destra. O meglio, le estreme destre in competizione tra loro. E proprio nel momento in cui Francesco Storace fa balenare l'ipotesi di una quasi scissione, chi la scissione l'ha già fatta prova a riavvicinarsi alla Casa delle Libertà. Come Alessandra Mussolini che ha detto chiaro che in piazza ci sarà: «Ho ricevuto l'invito - racconta Mussolini - in quanto leader di Azione sociale, cioé la mia componente dentro Alternativa sociale», il cartello dei partiti di estrema destra di cui fanno parte anche Fiamma Tricolore di Adriano Tilger e Fronte nazionale di Roberto Fiore. La nipote del duce aggiunge anche di essersi spinta oltre: «Sono già andata alla riunione organizzativa con Brancher; noi parteciperemo come tutte le altre forze politiche aderenti alla manifestazione, vale a dire con un nostro corteo e con le nostre bandiere. Poi dal palco parleranno i leader dei partiti maggiori, mentre i partiti minori faranno ciascuno un saluto». E ci sarà in piazza anche l'eurodeputato Luca Romagnoli, leader della Fiamma Tricolore. Volto da bravo ragazzo (ha 45 anni), nessun precedente penale (che in questo ambiente non è poco), poco nostalgismo, Romagnoli sa come muoversi: non a caso è un professore associato di geografia. Nel magma delle destre è tra quelli che ha più possibilità di emergere, è tra quelli che ha il volto più presentabile. Infine c'è il grande vecchio, Pino Rauti. Sua figlia Isabella e il suo genero, Gianni Alemanno, sono già nella Cdl. E anche lui, alle ultime politiche aveva già dato la sua disponibilità a un accordo con Forza Italia: aveva chiesto sei posti nelle liste del partito di Berlusconi, ma agli azzurri parvero troppi e l'intesa saltò. Rauti decise di correre da solo ma solo al Senato. Ma a Palazzo Grazioli, quartier generale romano del Cavaliere, hanno fatto tesoro del fatto che si possono perdere le elezioni per 25mila voti. E Rauti, con i suoi tremila, può contare qualcosa. Gli uomini di Berlusconi ora fanno una grande attenzione a tutto ciò che accade al centro, con l'insoddisfazione dei moderati del'Ulivo che potrebbero farsi sentire sulla Finanziaria. Prestano anche grande attenzione a tutto ciò che si muove alla destra della coalizione da dove arrivano inaspettati segnali di pace dopo le critiche e le contestazioni al tempo del governo. Ma ora è tutta acqua passata. F. D. O.