«Così è il funerale della battuta»

Se ne sono accorti anche i comici che da qualche mese hanno messo in soffitta la satira politica. Prova a capirne i motivi Nicola Savino, frizzante autore e conduttore televisivo che ha il senso della battuta facile e con Linus su Radio Deejay diverte e si diverte con il programma Deejay Chiama Italia. Perché c'è meno satira con questo governo? «Le ultime elezioni sono state il funerale della satira. Dobbiamo prenderne atto». In che senso? «Ha perso Berlusconi. Un vero casino per il mondo della comicità. Dove lo troviamo un altro che con la storia sulla bandana ci ha ispirato per mesi. Oppure il falso vulcano nella villa in Costa Smeralda». Ma era già all'opposizione. «Vero. Ma ci manca. E spesso ritroviamo lo spirito con le sue divertenti uscite. Ci sarebbe materiale anche prendendo spunto dagli ultimi giorni». A quali eventi si riferisce? «Alla recente manifestazione di Verona. Quando Berlusconi dal palco faceva domande su chi era bugiardo tra lui e Prodi. E la folla rispondeva "Prodi" con grande entusiasmo». Dobbiamo attenderci qualcosa di spiritoso in qualche programma? «Perché no. Sullo stile "chi ha rubato la marmellata", ma il tema è interessante e con buoni testi potrebbe funzionare». Sì, ma possibile che il centrosinistra non offra nessuno spunto ai comici? «Ci abbiamo provato. Il risultato? Prodi è una mortadella, Fassino è magro. E D'Alema è barca a vela». Non fa molto ridere... «Esatto. Per nulla. Anzi, sono pronto a prendere sotto con il Suv coloro che dovessero riproporre certe battute». Una minaccia? «Certo. E tengo a precisare che la tassa l'ho pagata, quindi sono al di sopra di ogni sospetto». Insomma, non c'è il bavaglio verso i comici ma solo mancanza di spunti. «I politici di sinistra sono più scaltri. Non c'è nulla da fare. Prodi che va in bici non fa ridere, dimostra di voler stare in forma». Ma dovesse cadere dalla bici.. «Ma con quel candore. Farebbe tenerezza più che ridere. Davvero, difficile prenderli in giro. Sono i maestri del politichese. Forse si potrebbe enfatizzare sulla litigiosità nella maggioranza. Dovremo studiare qualcosa». Ma lei non ha già lanciato un'iniziativa durante «Quelli che il calcio»? «Provocazione caduta nel vuoto. Avevo anche costruito con Dj Angelo una macchinetta di legno per raccogliere le barzellette sull'Unione. Niente». La satira, quindi, è di sinistra. Ma non dovrebbe essere semplicemente contro il potere? «Insisto. Manca Silvio. Un comunicatore straordinario che sta anche al gioco quando viene preso in giro». Ha la sensazione che alcuni rappresentanti di questo governo siano particolarmente irascibili? «Ma no. Quando ero alle Iene tra il 1998 e il 2002 ne abbiamo fatte di cotte e di crude e nessuno si è mai offeso sul serio». Magari le liti tra la Gardini e Luxuria sulla toilette delle donne fornirà presto materiale. «Ognuno deve andare nel bagno che più sente suo». Va bene, ma Luxuria è pur sempre un uomo... «Già, ma ha l'immunità parlamentare anche nella scelta della toilette». In conclusione, la battuta più efficace l'ha fatta Benigni. Dopo cinque anni di satira contro il governo, ora per cinque anni tocca all'opposizione? «Ah, ah. D'accordo. Così possiamo puntare ancora sul miglior ispiratore»