Il premier riceve una delegazione dei manifestanti e assicura: «Presto un incontro con il governo»

La manifestazione non è ancora cominciata, ma il deputato della Margherita, relatore alla Camera del testo di riforma delle professioni, ha già segnato un punto a suo favore. È infatti reduce da un incontro tra il premier Romano Prodi e una delegazione di nove presidenti di ordini professionali. Per Mantini si è trattato di «un incontro davvero importante perché è stata la prima apertura ufficiale dopo il 28 luglio, quando ci fu cioè la protesta dei professionisti contro il decreto Bersani». Un incontro che, però, è stato letto in maniera differente dai partecipanti e, se il presidente del Consiglio Unitario della Professioni (Cup) Raffaele Sirica lo giudica positivamente perché «ci sono state aperture da parte del premier», quello dell'Associazione degli enti previdenziali privati Maurizio De Tilla parla di un Prodi «stanco» e si augura che, la prossima volta, «sia più sveglio». Fatto sta che le professioni hanno raggiunto, con la manifestazione di ieri, il loro obiettivo. Quello cioè di lanciare un segnale al governo perché, come ha sottolineato anche Pietro De Paola, presidente dei geologi e uno degli organizzatori del corteo, «l'obiettivo della manifestazione non era certo di andare contro il governo, ma piuttosto quello di ribadire l'importanza dei professionisti che non sono dei ricchi evasori, ma delle persone che sono accanto ai cittadini, ascoltano le loro necessità e aiutano a risolvere i loro problemi». Un ruolo che, a giudicare dalla parole del «padre» delle liberalizzazioni, il ministro Bersani, il governo non ha nessuna intenzione di negare. «Siamo certamente disponibili al confronto e a discutere in ogni sede - ha detto -. Le critiche vanno sempre rispettate, anche queste così tanto variegate, tuttavia chi vuole rilanciare la centralità delle professioni deve avere il coraggio delle riforme. Siamo aperti al confronto ma la strada è quella dell'innovazione». Insomma il processo avviato non si fermerà, ma il governo è disponibile a discutere. Per questo ha aggiunto Sirica, Prodi ha assicurato che ci sarà presto «un incontro tra Governo e professioni». Anche perché, ha spiegato Mantini, «la riforma voluta dall'Ulivo, all'esame del Parlamento, sarà europea, attenta ai giovani, alla competitività, ma anche alla qualità e alla responsabilità. Una riforma per la crescita delle professioni non "contro"». L'obiettivo finale dei manifestanti comunque, è l'apertura di un tavolo tecnico (qualcuno lo ha chiamato un «tavolo dei volenterosi») che possa mettere mano alla riforma sulla base dei punti indicati dal Cup che sono anzitutto la sospensione del decreto Bersani e la modifica del testo messo a punto dal Guardasigilli Mastella che prevede di non mantenere, in tutto o in parte, gli ordini professionali. Ma il punto è soprattutto uno: basta con i blitz che lo scorso luglio portarono, senza nessuna concertazione, all'approvazione del decreto Bersani. Se così non sarà i professionisti hanno già lanciato la loro minaccia: la prossima volta saremo in 200mila.