Domani si apre il «tavolo» bipartisan per proporre alcuni emendamenti alla legge

Un tavolo per dialogare, dopo mesi di accuse e controaccuse al «calor bianco» fra maggioranza e opposizione e dopo la delusione degli industriali causate da una Manovra considerata penalizzante per le imprese e per le tasche di molti cittadini. Un modo, insomma, di mettere d'accordo destra e sinistra e, nello stesso tempo, raggiungere un accordo bipartisan nell'interesse del Paese e non dei singoli schieramenti politici. Come chiede, tra gli altri, anche il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Vedremo se, da domani, quando si riunirà per la prima volta, il «tavolo dei volenterosi» (che vede insieme esponenti del centrosinistra e della Cdl) darà i risultati auspicati un po' da tutti. E, soprattutto, dai contribuenti. Intanto, mentre critiche e polemiche restano roventi, prende il via oggi la consueta sfilza di audizioni che caratterizzano ogni anno il cammino della Finanziaria. Una legge alla quale, lo ha ripetuto ancora ieri il presidente del Consiglio Romano Prodi, sarà possibile apportare correzioni, aggiustamenti, ma che - e a sottolinearlo è stato il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco - dovranno essere «limitati alle possibilità reali». I primi a varcare le porte della sala del Mappamondo, alla Camera, dove le commissioni Bilancio dei due rami del Parlamento ascolteranno assieme la difesa e le accuse alla manovra da oltre 33 miliardi saranno i principali protagonisti del dibattito di questi giorni: in mattinata il titolare dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa; nel pomeriggio l'Anci, le Province e la conferenza delle Regioni. Comuni, Province e Comunità montane hanno però chiesto e ottenuto di discutere della manovra a Palazzo Chigi con lo stesso Prodi, in un appuntamento fissato per domani, che sarà ripetuto, ma questa volta con le Regioni, giovedì 12. E giovedì, con il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, si chiuderà anche il ciclo delle audizioni, dove saranno ascoltati i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di industriali e commercianti, la Corte dei Conti, l'Istat, il Cnel, e l'Isae. Poi il provvedimento prenderà l'iter parlamentare vero e proprio, con la presentazione degli emendamenti e la discussione dell'articolato. Che consentirà quegli aggiustamenti che tutti gli esponenti dell'esecutivo si sono detti disponibili ad inserire. A patto, ed è sempre Prodi ad averlo sottolineato ieri, che «non si metta a rischio l'obiettivo: equità, sviluppo e equilibrio dei conti. Altrimenti - ha spiegato - non sarebbe più una Finanziaria». Per questo il governo insiste nel sottolineare quelli che giudica gli aspetti positivi della manovra. «La spesa pubblica corrente quest'anno non aumenta, e dal prossimo comincia a calare», afferma Visco, che parla anche di un'impostazione della riforma delle aliquote Irpef «equilibrata e giusta», perchè consente una redistribuzione, con «un aggravio modesto» per i redditi più alti, e uno «sgravio robusto», soprattutto per le famiglie, per chi un reddito sotto i 38.000 euro. «La famiglia è un punto fondante della Finanziaria - ribadisce anche Prodi - sia come assegni familiari, sia come aliquote, sia come incentivi specifici per gli asili nido. È la prima volta - dice - che c'è un grande piano per gli asili nido». Guarda a Bruxelles, invece, il commento del vice premier Francesco Rutelli. «Si tratta di una manovra d'urto - spiega - L'impianto è saggio e forte, e soprattutto permette all'Italia di puntare al rientro sotto il 3% del rapporto deficit-pil, previsto dal trattato di Maastricht. Ma - assicura anche lui - saranno possibili aggiustamenti».