Il presidente dell'Upi Melilli: «Vogliono tornare al centralismo»

È per questo che siamo decisamente contrari a tutte le norme sull'ordinamento amministrativo». Non è «tenero» il giudizio del presidente dell'Upi nonchè presidente della provincia di Rieti Fabio Melilli sulla Finanziaria che nel tentativo di ridurre le spese colpisce gli Enti locali nel loro stesso inquadramento. Presidente, si torna al centralismo? «In effetti si prefigura un ritorno al centralismo regionale che non ci piace affatto. È in ballo la riduzione degli uffici provinciali sul territorio, che si vuole far passare come riordino degli uffici di Stato, ma c'è anche la compartecipazione dei Comuni alla crescita del gettito Irpef escludendone le Province. Questo significa toccare un "sistema province" che non dà certamente risultati economici ma apre una stagione di grandi incertezze». Quindi a rischio prefetture, questure, uffici... «Vedremo. Di certo la manovra contiene una norma che prevede l'istituzione di un'apposita commissione che in base a parametri dalla stessa definiti, tenterà di ridisegnare le province valutando la congruità dell'entità della grandezza della provincia stessa. Pensare di accorpare o eliminare è un attacco non solo all'economia di un territorio, ma alla sua stessa storia. Va bene il tentativo di ridurre le spese, cosa che ci piacerebbe facessero tutti, Regioni comprese, ma così si va oltre». Quindi non ci saranno nuove province? «A queste già l'Upi era contraria soprattutto perché legate a logiche localistiche. Ma siccome questa sarà una grande stagione di riforme con l'attuazione di quella del titolo V, credo che norme fatte in fretta, a 36 ore dalla presentazione della Finanziaria non aiutino...Se è vero che è difficile concertare l'entità della manovra chiediamo che venga concertata però la riforma di questo Paese». Ma c'è stata concertazione per questa manovra? «Abbiamo avuto incontri con alcuni ministri, ma poi sono venute fuori norme inserite all'ultimo minuto. Basti pensare che c'è una norma che impedisce agli assessori di essere in aspettativa. Insomma, provvedimenti che, per l'impatto che hanno sul sistema istituzionale del Paese, meritano di essere definiti in un disegno organico. Per questo chiediamo lo stralcio di queste disposizioni e la costituzione di un tavolo con Upi e Anci per ragionare su quanto previsto per gli Enti locali». Lei che è della Margherita, si aspettava una simile manovra da un Governo «amico»? «Noi ci aspettavamo una cosa che abbiamo ottenuto e, cioè, il ritorno ai saldi e la fine del Patto di stabilità piovuto dall'alto, ma non ci aspettavamo questa entità di manovra. È una finanziaria inaccettabile, il sacrifio chiesto alla Province è insostenibile. Chiederemo alcune modifiche e se non ci saranno ci rivolgeremo al Parlamento». Nessuno sconto? «Saremo severi - conclude Fabio Melilli - come lo siamo stati con il precedente Governo».