Chianciano, Orvieto e Assisi tre convegni per il nuovo soggetto

Il Partito Democratico è ormai diventato come il barbiere Figaro del melodramma buffo di Gioacchino Rossini. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono, ognuno però a modo suo. Così, ancora prima di nascere, il nuovo partito ha già le sue, numerose, «correnti». Basti vedere cosa sta accadendo in questo fine settimana con Piero Fassino e Francesco Rutelli (coloro che nell'immaginario collettivo dovrebbero portare a compimento il processo fondativo del nuovo partito), impegnati in un tour umbro-toscano per cercare di convincere - un po' tutti - che il Partito Democratico si farà e ognuno con le sue specificità vi troverà spazio. Chianciano, Orvieto, Assisi. Tre città, tre convegni, «tre facce» della stessa medaglia. Ex Ppi della Margherita, Cristiano Sociali e Area Liberal della Quercia hanno deciso di sfruttare questo ultimo fine settimana di settembre per fissare quelli che secondo loro sono paletti irrinunciabili in vista della tanto decantata «fusione» tra Ds e Dl. La scelta non è casuale. Il 6 e 7 ottobre, infatti, Prodi ha già convocato a Orvieto i segretari dei due partiti, ministri e parlamentari ulivisti, associazioni e sindaci per quello che dovrebbe essere il «punto di non ritorno» sulla strada che porta al Partito Democratico. Quindi meglio mettere le cose in chiaro, prima che sia troppo tardi. Il nodo, per la verità, sembra essere sempre lo stesso: collocazione europea del nuovo partito e valori su cui si fonderà. Piero Fassino negli ultimi mesi lo ha ripetuto con una certa insistenza: il Pd, quando nascerà, si collocherà nella famiglia del Partito Socialista Europeo. Parole che non sono piaciute agli ex Ppi della Margherita. Se infatti Fassino e i suoi non «vogliono morire democristiani», gli ex Dc, dopo una vita trascorsa sul fronte opposto, non hanno certo intenzione di «morire socialisti». Per dirla con le parole del vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti: «Mi sembra che nei Ds si discuta con un pregiudizio di appartenenza. Ma se vogliamo fare una cosa nuova, un partito nuovo, questa volontà di ribadire la propria appartenenza allontana l'obiettivo». Così Castagnetti non si è fatto pregare e ha convocato a Chianciano la sua associazione «I Popolari», per discutere del rapporto tra il cattolicesimo democratico italiano e il nuovo Partito Democratico, dove anche Fassino non si farà attendere. Non mancheranno Francesco Rutelli e il presidente del Senato Franco Marini, che tenteranno di smussare un po' gli angoli in vista di un confronto che si preannuncia particolarmente duro. La risposta Ds alla convention degli ex Ppi arriva da Assisi dove sempre in questi giorni si riuniscono i Cristiano Sociali guidati dal presidente della commissione Affari Sociali della Camera Mimmo Lucà (oggi alle 12.30 dovrebbe parlare Piero Fassino). Al centro della discussione, anche in questo caso, il Partito Democratico. Alla vigilia della manifestazione Lucà ha avuto parole tutt'altro che dolci nei confronti del collega Castagnetti. «Lui e Fioroni - ha detto presentando l'iniziativa - arrivano oggi alle nostre posizioni e ci rimproverano di esserci lasciati assimilare dai Ds. Invece sono loro che hanno cambiato continuamente casacca, ma sono lo stesso i benvenuti». Insomma la battaglia per il futuro partito riformista della sinistra, sembra essere soprattutto una battaglia tra cattolici come testimonia anche un'altra iniziativa nata sulla scia di quelle di Castagnetti e Lucà. Il prossimo 12, 13 e 14 ottobre, infatti, a Roma si riuniranno i «Teodem» una nuova sigla per identificare quelli che, fino ad oggi, erano conosciuti ai più come i «Ruini-boys» della Margherita. Promotori del seminario dal titolo «Teodem: una nuova questione cattolica?», Paola Binetti, Luigi Bobba, Emanuela Baio Dossi, Enzo Carra e Marco Calgaro. Al centro della dibattito (che il 13 ottobre ospiterà il leader Dl Francesco Rutelli), ovviamente, il Partito Democratico. «Non vogliamo che questo sia considerato come un destino ineluttabile, ma vogliamo prendere parte al processo di costruzione» ha spieg