HELSINKI — «L'entità della manovra resta di 30 miliardi.

Parola di Tommaso Padoa-Schioppa, che da Helsinki - dopo aver rassicurato i colleghi Ue sul rispetto degli impegni presi dall'Italia - lancia un chiaro messaggio a quella parte della maggioranza che vorrebbe un ulteriore sconto sul fronte della Finanziaria, già scesa da 35 a 30 miliardi. Il ministro - al termine della riunione dell'Ecofin, la prima tenuta insieme al governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi - appare soddisfatto della due giorni finlandese, dove ancora una volta è riuscito a incassare un sostanziale appoggio da parte dell'Eurogruppo e del commissario europeo agli Affari economici, Joaquin Almunia: «L'Ue non sottovaluta assolutamente i nostri sforzi», ha detto Padoa-Schioppa. Eppure la missione di Helsinki non era facile, dopo le tensioni registratesi nei giorni scorsi sull'asse Roma-Bruxelles con Almunia che aveva chiesto all'Italia obiettivi di risanamento più ambiziosi. Tensioni seguite alla decisione del Governo Prodi - criticata dal Commissario Almunia - di abbassare l'entità della manovra di ben 5 miliardi. Non solo. Bruxelles è preoccupata dal pressing che una parte della maggioranza sta facendo per abbassare ancora l'entità della Finanziaria. Ma le spiegazioni di Padoa-Schioppa, per il momento, sembrano aver convinto l'Europa, che ha praticamente sospeso il suo giudizio e rimandato l'Italia ad ottobre, quando al prossimo Ecofin il ministro italiano dovrà portare a Bruxelles il testo definitivo della Finanziaria, quello che sarà presentato in Parlamento entro il 30 settembre. «Il vero appuntamento - ha sottolineato Padoa-Schioppa - è quello del prossimo mese». Nel frattempo «il Governo italiano sarà mobilitato a fare una Finanziaria coerente con gli impegni presi in Europa e a dimostrare che la correzione da 35 a 30 miliardi è appropriata perchè tiene conto solo di fattori strutturali». Proprio questa è stata la chiave che Padoa-Schioppa ha utilizzato per convincere i colleghi europei sulla bontà della sua ricetta: 5 miliardi delle maggiori entrate fiscali registrate quest'anno sono strutturali. Dunque l'aver abbassato la manovra a 30 miliardi non compromette assolutamente gli obiettivi concordati con l'Europa: rientro del rapporto deficit-Pil al 2,8% entro il 2007 con una correzione del disavanzo dell'1,6%. Certo, Padoa-Schioppa non nasconde che «l'aggiustamento è difficile e richiede uno sforzo notevole». Ma - ha spiegato il ministro - sul fronte della correzione del disavanzo «nel 2006 avremo probabilmente dei risultati migliori» rispetto a quelli previsti in luglio, grazie alle misure correttive varate dal Governo Prodi e ai buoni risultati sul fronte della crescita. Quindi nel 2007 «ci sarà una parte di correzione relativamente minore». Anche se al momento il ministro non fa cifre. Come non le fa il governatore Draghi che spiega di non voler cedere a commenti di tipo politico sulla manovra, rimandando ogni giudizio a quando si conosceranno nel dettaglio le misure. Quindi, ha ripetuto il ministro, «30 miliardi bastano, sono quelli che ci servono per l'obiettivo su cui ci siamo impegnati e per avere risorse anche per lo sviluppo e per l'equità sociale». Perchè risanamento e sviluppo, ha ribadito, vanno di pari passo: «In questo senso tutti e 30 i miliardi sono per la crescita». Il che significa che la manovra non può essere solo di risanamento ma deve anche accompagnare la crescita dell'economia che ultimamente mostra segnali di sviluppo. Ma sotto quei 30 miliardi non si può andare: «Ci vogliono tutti e l'Europa ci chiede di farli tutti». Un messaggio per rassicurare Bruxelles e per mettere in guardia chi nella coalizione del centrosinistra insiste per abbassare ulteriormente il costo della manovra. Sugli interventi che entreranno nella Finanziaria nessuna parola: «Parlarne ora è prematuro».