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La giornalista del Corsera che torna a condurre SkyTg24 Pomeriggio

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Latella: «Il valzer delle nomine? Un eterno déjà-vu»

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«Informazione pura, essenziale, stile asciutto e nessuna concessione allo spettacolo», assicura Maria Latella, conduttrice di «Sky tg24 Pomeriggio» nonché prestigiosa firma del Corriere della Sera e direttrice del settimanale «A», che quest'estate ha fatto registrare un boom di vendite. Latella, al secondo anno di conduzione, oggi affronterà la spinosa questione della proprietà dei media. Il carnet è ricco. Un'intervista al ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, una a quello delle Infrastrutture e poi il faccia a faccia Maurizio Gasparri (An), predecessore di Gentiloni al dicastero di largo Brazzà, e Fabrizio Morri (Ds), responsabile della Quercia per il settore. «È una formula consolidata nel tempo e quindi cambiarla non avrebbe senso - spiega Maria Latella - L'unica novità è che condurrò il Tg tre volte alla settimana invece che quattro». Qual è il vostro target? A che pubblico vi rivolgete? «L'orario, dalle 14.30 alle 16, è molto trasversale. Ci guardano dai ministeriali ai giornalisti. Poi c'è una fascia di telespettatrici molto ampia. Dalle manager alle casalinghe, alle donne di spettacolo. Anche Afef Jnifen, per esempio, mi ha detto che ci segue puntualmente». Che cosa pensa del valzer sulle nomine Rai? «Mi sembra una successione di déjà-vu. Se mettiamo insieme le dichiarazioni di questi ultimi anni scopriamo che sono sempre uguali. Cambiano i volti. E spesso neanche quelli». Pensa che la Rai sia da riformare completamente, che non vi sia più un rapporto equilibrato fra raccomandazioni e professionalità? «Ho lavorato in Rai fra il 1997 e il '98 e ho trovato professionisti straordinari, dai capistruttura ai tecnici. L'azienda pubblica si regge su queste persone capaci, che magari ormai non sono la maggioranza». L'opposizione accusa la maggioranza di voler occupare tutte le poltrone di viale Mazzini dopo aver fatto lo stesso con le cariche istituzionali. È d'accordo? «Penso che, in generale, sarebbe meglio che le tv appartengano a editori che fanno solo quello. Editori puri, insomma». Sul suo settimanale intervista il direttore del Tg2. Mauro Mazza dice che è «inutile essere ipocriti, quelli targati in un certo modo facciano posto agli altri» ma l'importante è non usare due pesi e due misure. Che ne pensa? «Il doppiopesismo è un atteggiamento che va rimosso. Non si può gridare allo scandalo ogni volta che i propri interessi sono in gioco. Lo sta facendo il centrodestra ora. L'ha fatto il centrosinistra prima». Quest'anno debutta con un tema caldo, anzi rovente: il conflitto d'interessi. Qual è la sua opinione in materia? «Da dieci anni in Italia c'è una situazione anomala ed è scontato che non ha senso protrarre quest'anomalia». Nella querelle su nomine e legge sul conflitto d'interessi dove pensa che «abiti» la ragione? «È vero quello che dice la Cdl, cioè che il voto degli italiani non ha penalizzato il Cavaliere in quanto leader del centrodestra e azionista di maggioranza di Mediaset. Ma è anche vero che l'altra metà la pensa diversamente. E di questo bisogna tener conto». Come spiega il successo di un settimanale femminile che però parla molto anche di politica? «Quella di rendere accessibili tempi di cultura e politica è una scommessa che mi pare finora abbiamo vinto, visto il gradimento del pubblico. Qualcuno sostiene che la politica non interessa le donne. Non è così. Dipende soltanto da come la racconti...».

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